Bibliografia Vichiana II

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MICHELET

quale lavoro per se stante, rifonderlo nel divisato discorso introduttivo sulla filosofia della storia, che, per tal modo, da « préface » sarebbe divenuto « l’ouvrage ». Né è da escludere che codesto disegno, cominciato a colorire il 28 giugno consecutivo, ricevesse il benestare del Gousin, allora, come s’è detto (p. 497), in viaggio per la Germania. Se non altro, in una terza lettera dei primi mesi del 1825 l’annunzio d’avere compilato l’estratto anzidetto che il Michelet asseriva non solo « très complet », ma tale che avrebbe « marqué l’unité du système beaucoup plus qu’ elle ne 1’ est dans 1’ originai », e che, comunque, egli persisteva a volere « encadrer » in un « essai de l’histoire de la philosophie de l’histoire » era preceduto dalle parole : « J’ai suivi la direction que vous m’aviez donnée ». Per altro, 1’ affidamento che, come appare da quest’ ultima lettera, il Michelet aveva fatto sui consigli, che, tornato in Francia, gli avrebbe elargiti il Gousin, si rivelò, all’atto pratico, ispirato a speranze troppo rosee. Giacché, quando quel ritorno ebbe luogo (12 maggio 1825) e i due s’incontrarono una prima volta (25 maggio), sembra, in casa Gousin, e una seconda a un pranzo presso il Villemain, i chiesti aiuti si ridussero a « des choses vagues ». Che anzi, al dire del Michelet, il Gousin non avrebbe neppure sospettato « la portée de la Scienza nuova » : tanto che « il s’étonna de Fimportance que je donnais aux principes de Vico ». Tutto fa supporre che ciò concorresse a svogliare momentaneamente il giovane studioso dal lavoro intrapreso. Certo è che, sospesolo, non tornò a esso prima del giugno 1826, quando, cominciatasi ormai a diffondere in Francia la fama del Nostro, già l’Allier s’ era invogliato a tradurre la Scienza nuova (v. sopra pp. 493-95). Ma, anziché dannosa, codesta sospensione riuscì utile, non fosse per altro che perché, dando agio al Michelet di riflettere quanto fosse poco eseguibile il disegno d’inquadrare o, piuttosto, incuneare i suoi estratti della Scienza nuova in un saggio storico sulla filosofia della storia, lo condusse a sostituire a questo proposito l’altro, molto più attuabile, d’allargare quegli spogli a una parziale parafrasi dell’ opera vichiana, premessovi niente più che un Discours sul sistema e la vita del Nostro. Codesto nuovo disegno egli esponeva, verso la fine del giugno 1826, all’editore parigino Giulio Renouard, dal quale il 5 luglio gli si rispondeva che il divisato volume aveva « sans doute un grand mérite » e presentava « un véritable intérét »; ma che « ce genre fort abstrait, puisque c’est de la métaphysique », non poteva « compier que sur un nombre de lecteurs très circonscrit » (previsione mostrata erronea dall’evento) : ragione per cui il Michelet avrebbe dovuto sottostare a certe condizioni, che pare consistessero in un contributo alle spese di stampa. Comunque, risoluta in codesta o in altra guisa la questione economica, il Michelet si diè nell’agosto a colorire il nuovo disegno, conducendo a termine il 15 ottobre la parafrasi, il 26 decembre il Discours e l’B marzo 1827 la stampa dell’una e dell’altro (v. sopra p, 495). Nessun accenno al Gousin egli fa nella breve avvertenza premessa alla parafrasi. Bensì tenne a ricordare che « M. de Angelis », cioè quel Pietro de Angelis che abbiamo già incontrato più volte (p. e. alle pp. 493, 494 e 524), aveva voluto « nous communiquer la plupart des ouvrages ita liens que nous avons extraits ou cités : exemple trop rare de cette libéralité d’esprit qui met tout en commun entre ceux qui s’occupent des raèmes