Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù

Capo XI. L’Albania.

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lettere scritte in quest’occasione al nostro P. Provinciale, si mostrò molto soddisfatto dell’ opera fin qui compita dalla missione volante. 5. Grandi fatti avvennero, come ognun sa, in Albania, e principalmente a Scutari, in questi due ultimi anni. Verso la fine della guerra italo turca, ossia guerra di Tripoli (1911-1912), scoppiò la guerra dei quattro alleati, Serbi, Bulgari, Montenegrini e Greci, contro la Turchia. Nei primi giorni d’ottobre del 1912 gli alleati ottennero sopra i Turchi, colti all’improvviso e stanchi della passata guerra contro l’ltalia, vittorie al tutto decisive, in seguito alle quali le armi della Mezzaluna scomparvero quasi affatto dall’ Europa, lasciato loro poco più che la città di Costantinopoli. Ultima ad arrendersi fu Scutari. Questa città, fino dai primi giorni della guerra, si vide circondata da armi nemiche, e sostenne per quasi sette mesi un assedio, che si fece sempre più formidabile a cagione della fame e del barbaro modo di guerreggiare usato dagli assedianti. Questi, cioè i Serbi e i Montenegrini, e in fine i soli Montenegrini (i Serbi si erano ritirati), rivolsero i loro cannoni contro i cittadini inermi, contro le case coperte dalle bandiere delle potenze europee, contro gl’ istituti pii, 1’ ospedale, i conventi e le chiese. Lacrimevole scempio fecero della cattedrale, sopra cui piombarono ben quaranta bombe. Sopra le nostre case, nei cortili e giardini, ne caddero trentasei. Ma in quell’assedio si mostrò in un modo assai maraviglioso la paterna provvidenza che Iddio ha sempre per noi. In sì grande penuria di viveri, non ci fu alcuno dei Nostri, nè delle persone da noi dipendenti, che patisse la fame; anzi vennero da varie parti sì abbondanti soccorsi, che ce ne fu da dare ogni giorno, almeno di che sfamarsi in qualche modo, a molte centinaia di poveri. In sì furioso piovere di proiettili (alcuni dei quali enormi, apportatori orribili di stragi, incendi e rovine), se furono alquanto danneggiate le case, almeno non perì un capello del capo d 1 alcuno dei Nostri, nè dei chierici, nè dei servi ; ed erano in tutto oltre cento persone ! AI vedersi ogni giorni incolumi, perdettero anche, in gran parte, il timore, abitando sicuri sotto la protezione di Dio. Nella nostra comunità si perseverò a osservare il solito ordine e disciplina; e similmente nel seminario, dove non furono mai nemmeno interrotte le scuole. Questo giovò grandemente a impedire i funesti