Cubismo e futurismo : con 32 illustrazioni di Balla, Boccioni, Braque, Carrà, Cezanne, Picasso, Russolo, Severini, Soffici

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ferivano dagli esercizi diletti alla buona gioventù indipendente d' allora, se forse non era per una maggiore audacia di disegno e una più grande e quasi selvaggia esaltazion del colore. Vero è che fin da quel tempo, o per lo meno fin dal novecentodue o riovecentotre, allorchè cioè quei primi tentativi furono seguiti da ricerche più alacri e più virili, già qualche cosa s’ intravedeva, nella sua pittura, che era come una preoccupazione d’ ordinamento e di stile. Intendo dire che, o studiasse, dopo ToulouseLautrec, il mondo cocottesco, nottambulo e alcoolizzato, o ritentasse modernamente l’ interpretazione grottesca o tragica del vizio, della miseria e. del dolore ispirandosi al fare di Goya, del Greco o del Signorelli (Giacchè Picasso, dotato com’è di una tempra sensibilissima, ha capito, amato e s'è nutrito delle più diverse forme di bellezza, tirandole però sempre a servire la sua personalità), ognora e ognor più la sua arte si allontanava, sia come spirito, sia come tecnica, dall’ estemporaneità e disgregatezza di quella impressionistica; e, investigando più addentro la natura, già la traduceva più complessa, più soda e più drammatica. Chi conosce e si ricorda la dolce gravità di alcune sue opere d’ allora — una donna che bacia un corvo con atto d’ amore, due giovinette pensose, assise. nude per terra, un mendicante con la bisaccia piena di tristi fiori appassiti, un groviglio di corpi miserabili sul marciapiede — non può fare a meno di ritrovarvi 1 segni di una ribellione decisa alla scuola che finiva di trionfare. Il colore stesso, col nero che ritornava nella gamma bianca e turchina, significava protesta. E protesta significò pure tutto il

ciclo di opere che venne subito dopo. Il ciclo, chiamiamolo così,

picaresco. Ricordiamo. Esodi malinconici di saltimbanchi, compagnie nomadi affamate di comici da fiera, ricapitolanti le umiliazioni e i fiaschi di tutti i generi, durante una sosta sul ciglio della strada maestra, in un paese brullo, arrostito, povero e giallo