Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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Oggi le cose sono mutate, od i principi d’ igiene e del decoro delle abitazioni riscuotono un’osservanza generalo, spontanea ed accurata. Non altrettanto, purtroppo, può dirsi delle abitazioni degli artigiani e dei contadini, perchè la modestia del prezzo di locazione non permette per ciascuna —nè per un gruppo ristretto di esse la spesa d’un pozzo nero di raccolta. Ond’è che nei nostri paesi le scarpate delle strade pubbliche, lo vie di circonvallazione, le anfrattuosità dei campi, le fratte ombrose, e gli immondezzai a tergo delle case permangono come da secoli ospitali al pellegrinaggio quotidiano della massa popolare, e fanno pensare alle malebolge dantesche. Chi non vive nei nostri paesi non sarebbe tratto a credere che la sanità pubblica venga gravemente vulnerata dal riprovevole costumo? Ebbene, non ò cosi. Noi possiamo ringraziare gli Dei tutti dell’Olimpo, Giove Pluvio ed Eolo in particolar modo : poiché, malgrado le malebolge, la salute umana nel Molise non è in condizioni peggiori di altrove. La cifra della mortalità generale, che dal 1872 al 1875 ascose nella nostra provincia annualmente a 379 individui ogni 10.000 abitanti, nel periodo dal 1906 al 1910 è discesa a 222, di fronte ad una natalità di 322. Nello stesso quinquennio 1906-1910 la cifra della mortalità della provincia di Milano fu di 221, mentre sali a 223 in quella di Salerno, 225 a Cremona, 229 a Catania, 230 a Bari, 231 a Reggio Emilia, 234 a Siracusa, 237 a Girgentì, 238 a Brescia, 239 a Foggia, 240 a Potenza, 255 a Caltanisetta, 269 a Bergamo. La mortalità per febbre di malaria o cachessia palustre, che nel quinquennio 1887-1891 mietè noi Molise 159 vittime all’ anno ogni 100.000 abitanti, è ridotta a 30 nel quinquennio 1905-1909 ; mentre risulta di 33 nella provincia di Cosenza, 34 a Caltanisetta. 41 a Catania, 50 a Lecce, 52 a Catanzaro, 60 a Trapani, 68 a Sassari, 72 a Foggia, 73 a Potenza, 101 a Siracusa, 103 a Cagliari. Nello stesso periodo 1905-1909, e nel rapporto per 100.000 abitanti, morirono di tubercolosi nel Molise 126 individui all’anno; mentre la cifra della mortalità per tubercolosi saliva a 200 nella provincia di Massa, 203 a Bologna. 209 a Belluno, 220 a Firenze, 225 a Genova, 230 a Sassari, 233 a Como, 234 a Venezia. 264 a Milano, e 267 a Livorno. Le piogge purificano bene la nostra atmosfera, e dissolvono lo sostanze in putrefazione e gli elementi patogeni che ne sono emanazione; ma, più delle piogge, sono benefici i venti diuturni e fastidiosi, che operano la rapida disinfezione dell’aria asportando lontano i miasmi. Il chinino di Stato è però tutt’ altro che estraneo al relativo miglioramento conseguito dalla salute pubblica, giacché la popolazione molisana ne fa copioso consumo ; consumo divenuto già abituale specialmente nel ceto dei contadini che è il più esposto alla infezione malarica. Il servizio sanitario un tempo cosi rudimentale ha ricevuto un incremento effettivo dalla logge del 1888, non soltanto per l’istituzione del Medico Provinciale e dogli Ufficiali Sanitari, quanto per 1’ organiz-