L'artiglieria all'assedio di Padova nel 1509

11

di 45 millimetri e pesa grammi 337.50. I più leggieri falconetti saettavano palle di una libbra soltanto, di valore vario secondo le città. La libbra Romana ragguagliata a grammi 339.07 poco si scosta dal peso di questo piccolo proiettile: nè mancavano nel parco d’assedio di Massimiliano i falconetti mandati dal papa Giulio II suo alleato. Di altri minori proiettili che si facevano fondendo, a misura del bisogno, lastre di piombo portate in campo, talvolta con un dado di ferro nell’interno, si vedono anche oggidì le ammaccature sulla torre dell’Osservatorio Astronomico.

II. Le Bocche da fuoco.

Ma i proiettili di pietra o di terrò, di cui stanno innanzi agli occhi nostri alcuni campioni, non si possono disgiungere dalle armi che li scagliarono : e pertanto ci si presenta un altro campo d’indagini. Circa le artiglierie puntate contro la città nel 1509, o che dall’alto dei bastioni tuonarono a sua difesa, c’informa l’opera già citata di Domenico Gasperoni, sopraimendente dell’artiglieria Veneta sul finire del secolo XVIII. Di quest’opera, che gli storici dell’artiglieria dicono rarissima , trovasi, per buona sorte, una copia nella Biblioteca Universitaria di Padova, proveniente dal convento di Fraglia, come si ricava dalle parole « est monasterii Prataleae » scritte nell’interno della copertina. Consta di XIX tavole incise in rame, con annesse spiegazioni manoscritte, poco copiose, a dir vero, e in parte errate. Nella prefazione, non scevra di adulazione al Serenissimo Prencipe il Doge Paolo Renier, l’autore scrive : in seguito a « recenti deliberazioni sovrane che stabilirono la rifondita e vendita delle inutili artiglierie per ridurle in altre di moderno utile uso, con dolore ho veduto doversi a noi togliere per sempre un’illustre memoria, e togliere pure la speranza che qualche erudita penna compensi nell’avvenire la trascuratezza degli anni addietro. Da queste considerazioni mosso il mio animo, dopo aver implorato la loro conservazione, ho creduto non censurabile consiglio quello di raccogliere in disegno un pezzo d'ogni calibro e figura delle Venete artiglierie antiche e moderne, disotterrando dai più reconditi ripostigli opere di acuto ingegno e di mano eccellente ». Fece adunque ricavare i disegni dei pezzi adunati c custoditi nell’ arsenale di Venezia prima che il forno fusorio li struggesse; i quali disegni tolti dal vero, sotto la direzione di un perito nella materia ed appassionato per le antiche memorie, acquistano gran valore. Incisore fu Giulio Zuliani.