L'artiglieria all'assedio di Padova nel 1509

victuarias et plaustra que veniebant de Ferraria ad castrum Buvolente, et omnia conducta fuere Paduam: et de Venetiis quotidie conducebantur ordea farine panis coctus et biscoctus » ( 1 ). L’imperatore adunque era in inganno quando il 7 ottobre scrivendo a sua figlia Madama Margherita compiacevasi di aver ricondotto in salvo tutta la sua artiglieria. Il grosso deir esercito Cesareo marciava per Li mena alla volta di Vicenza con quest’ordine: « prima li italiani, poi le fantarie et attillane, li francesi, poi il re di romani con li alemani; et è resta retroguarda un grosso squadron». Il fior del campo si diceva sono i francesi, lanze 500, poi i 2000 cavalli tedeschi, il resto ~entaja e asso, venturieri. Dalla retroguardia partiva qualche colpo di falconetto contro la cavalleria stratiota inseguente. La ritirata procedeva lenta e cauta; le truppe che avevan passata Ja Brenta non proseguirono subito verso Cittadella, dove giunsero soltanto la sera del 7 ottobre, ma rimasero sulla riva sinistra del fiume a fiancheggiare l’esercito; sicché il giorno 5 ottobre «da Vigodarzere a Limena, in quel spazio erano alozati » ( 2 ). «La tardità di l’andata è sta per condur una bombarda grossa la qual li cazete in acqua sul ponte a Limane e 1’ hano trata Fiora, et per condur le altre artcllarie che sono molto grosse, et altre particolarità» ( 3 ). Differiscono su questo particolare le informazioni di fonte tedesca : l’imperatore, non fidando sulla solidità e resistenza del ponte, comandò che la sebòne Kathl fosse traghettata sopra una zattera; cosi la grave bombarda lambita dall’acqua toccò l’altra riva c compiè poi felicemente il viaggio di ritorno in patria. Se piovesse « averiano menato le sue artelarie per nifi voria uno sirocheto per sie zorni » ( 4 ). Ma la pioggia tardava, e tardavano i gran fanghi del Padovano. Anche il ponte di Limena, passata la gente e i carriaggi, fu arso. La testa delle colonne il 4 ottobre arrivò a Longare; ma il valoroso imperatore, sempre alla retroguardia dove maggiore era il pericolo, rimase a Limena fino al 5 ; il 7 era a Camìsano, il 9 a Torri di Quartisolo, e soltanto il io si fermò a Costozza nella villa «di quei da Porlo». Maria Sanuto, desideroso di veder coi suoi occhi le cose che raccontava, venne a Padova il sabato 6, e ci tramandò, sebbene con rapidi tocchi, una viva descrizione del miserando stato in cui trova vasi la città. Viaggiò in barca per Brenta: ma da Stra in poi, essendo le acque bassissime, gli convenne andare a piedi o a cavallo. Incontrò molti contadini

(r) Cronaca citata, pag. 66. A rifornir Padova di viveri contribuì pure la preda fatta pochi giorni prima presso Suscgana (Treviso) dì 200 buoi e imo castroni diretti al campo dell’imperatore. (2) SANUTO, IX, 22£. (3) Sanuto, IX, 233. (4) Sanuto, IX, 190.

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