L'elemento slavo nell'albanese della Calabria Citeriore
Le Immigrazioni degli Albanesi in Italia si può dire chiudano il ciclo delle immigrazioni coloniche nella penisola, e sono relativamente le più recenti in confronto a quelle dei Greci, dei Tedeschi, degli Slavi. A più riprese e in età differenti complessivamente dieci furono le immigrazioni degli Albanesi in Italia : due prima della morte di Giorgio Castriota Scanderbeg e le altre dopo. Le due prime avvennero in virtù di relazioni di amicizia esistenti fra gli Aragonesi del reame di Napoli e gli Albanesi, e propriamente una nel 1448, sotto Alfonso I, con Demetrio Neres, nella Calabria ulteriore, l’altra nel 1461, sotto Ferdinando I, nella Capitanata e nel Molise. Dalla morte di Giorgio Castriota, avvenuta nel 1467, gli Albanesi privi dell’eroe nazionale, e poco dopo con la caduta di Croia nel 1478, anche della libertà, cominciano a disperdersi per il mondo : parte vengono in Italia, parte si rifugiano nelle isole del Mediterraneo, parte si dirigono verso le pianure pannoniche e da là i più irrequieti, i più scontenti, dietro l’illusione di lusinghevoli miraggi lontani, si costituiscono in comitive zingariche e iniziano le loro peregrinazioni per l'Europa. Ma per attenerci agli Albanesi venuti in Italia, dal 1467 al 1471 arrivano nel reame di Napoli già numerosi e si stabiliscono nel Molise, nella Capitanata , nelle Paglie, e nella Calabria Citeriore. Dopo la caduta di Croia nel 1478, altri Albanesi vengono a popolare la Calabria Citeriore nei feudi del principe di Bìsignano, marito dTrene Castriota, nipote dell’eroe. Nel 1481 quasi contemporaneamente arrivano in Sicilia altri Albanesi esi stabiliscono nelle terre di Palermo, di Girgenti, di Catania. Dal 1532 al 1534 dopo la caduta di Corone, Albanesi di Morea, ottenuti speciali privilegi da Carlo V riparano, parte in Sicilia, parte in Calabria, parte in Basilicata.
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