L'Italia e la questione del calendario al principio del XX secolo

rebbe il nome di bissesfile, per distinguerlo dagli altri anni comuni o di 365 giorni. La denominazione di bisestile gli venne da questo che V intercalazione fu prescritta, nel Calendario romano, tra il 24 e il 25 febbraio, mediante la ripetizione del 24 febbraio, cioè del sexto (ante) Kalendas Martii (24 febbr.) ; donde, al giorno intercalato, il nome di hissextus. Più tardi V intercalazione venne trasferita, fuorché nel computo ecclesiastico, all’ indomane del 28 febbraio : ragione per cui diciamo, senz’ altro, che il mese di febbraio ha 28 giorni negli anni comuni e 29 nei bissestili. La regola per sapere quali sono, in ogni secolo, gli anni giuliani bissestili, ossia di 366 giorni, è semplicissima. Sono bissestili, oltre gli anni secolari, tutti gli anni del secolo divisibili per 4 : quindi 4,8, 12, 16 etc ; sono comuni, o di 365 giorni, tutti gli altri. Come si vede, nel Calendario giuliano V intercalazione del bissesto ha luogo ogni quarto anno, senza eccezione alcuna. È in questo succedersi invariabile e senza eccezione alcuna di tre anni comuni e di un bissestile, che sta la ragione delV errore astronomico del Calendario giuliano, ossia del successivo benché lento indietreggiamento di ogni stagione. S’ è visto che la durata media dell’ anno, considerata oggidì come la meno inesatta, è di 365 giorni 5 ore, 48 min. 49 sec.; ora sottraendo questa media da 6 ore noi abbiamo : 365 g , s°, 59™, 60 365 g , s°, 48 Ul , 49» 11"', IL . Ciò vuol dire che ogni anno giuliano é di 11 minuti ed 11 secondi più lungo del medio anno tropico, ciò che rappresenta, negligendo una piccola frazione, un giorno ogni 128 anni. Xe segue che, nel Calendario giuliano, le stagioni indietreggiano di un giorno ogni 128 anni, e questo spiega come sia avvenuto che 1’ equinozio di primavera, a cui gli astronomi alessandrini assegnavano, nel quarto secolo, la data del 21 marzo, ora coincida, nel medesimo Calendario, col giorno * marzo ; in altre parole abbia indietreggiato di più di dodici giorni. Infatti la differenza fra il Calendario giuliano e il gregoriano ha giù toccato il tredicesimo giorno ; ragione per cui il primo di ogni inese giuliano corrisponde ora al decimoquario del mese gregoriano dello stesso nome. B. Calendario gregoriano Xel quarto secolo, in cui si tenne il Concilio di Xlcea (325), gli astronomi di Alessandria, e non già i Padri del Concilio,

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AL PRINCIPIO DEL XX SECOLO