La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

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Conicalleszi Ji

PREMESSE TEORICHE 5

Per risolvere il problema, non restano solo le pitture, ma anche gli scritti di Leonardo.

Come è noto, egli lasciò il suo « Libro di pittura » incompiuto, nello stato di appunti frammentari, ma dai manoscritti di lui uno scolaro raccolse, alquanto meccanicamente, le dottrine del maestro, componendole in un trattato, che s'integra coi brani autografi conservati. Non ne risulta certo una teoria dell’arte che presenti un preciso interesse per la storia deli'estetica ; nè si può chiederla mai agli artisti scrittori. Ma si può rintracciare nel trattato la spiegazione dell’arte sua, in quanto dichiara le preferenze artistiche ch'egli ebbe e i limiti che assegnò a se stesso, rivelando ciò che di cosciente era nella sua attività creatrice. Fortuna rara! Per nessun altro grande artista, forse, ci è dato di seguire un più sicuro filo di Arianna per riuscire alla critica dell’arte: Leonardo ci racconta con una coscienza che non potrebbe esser più chiara come egli abbia vointo dipingere. E ogni accento del suo racconto è un raggio di luce che rischiara le penombre delle sue pitture.

Quando dipinge, crea e poi riflette; quando scrive, offre le sue riflessioni non solo su quel che ha creato ma anche su quel che potrebbe creare. Il nostro angusto orizzonte si allarga perciò inaspettatamente; e dal punto ove Leonardo stesso ci conduce possiamo rivolgere lo sguardo alle sue creazioni spontanee nel loro giusto sito, nella loro giusta luce. Possiamo quindi comprenderle.

Certo, Leonardo riannoda la coscienza dell’arte sua alla coscienza generale della vita e del mondo: non si può astrarre da questa senza fraintendere quella. Ma, appunto perchè Leonardo è a un tempo scienziato e artista, sarebbe erroneo credere ch'egli abbia dato ai problemi dell’essere una