La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

14 PARTE PRIMA

la superiorità dell’arte sulla scienza e determina i limiti di ciascuna attività : compito quantitativo alla scienza, qualitativo ell’arte.

« Nessuna parte è nell’astrologia che non sia ufficio delle linee visuali e della prospettiva, figliuola della pittura; perchè il pittore è quello che per necessità della sua arte ha partorito essa prospettiva.... E se il geometra riduce ogni superficie circondata da linee alla figura del quadrato, ed ogni corpo alla figura del cubo, e l’aritmetica fa il simile con le sue radici cube e quadrate, queste due scienze non si estendono se non alla notizia della quantità continua e discontinua, ma della qualità non si travagliano, la quale è bellezza delle opere di natura ed ornamento del mondo » (I).

E *

Dai passi citati, e vari altri si potrebbero aggiungere, risultano le premesse teoriche della critica artistica di Leonardo. Risulta quindi ingiustificata l’affermazione « non si può dire... che Leonardo avesse vivace coscienza intellettuale dell'attività creatrice dell'artista, della interiorità che si concreta nell’opera, della fantasia che è la vera generatrice dell’arte » (2). Certo, poichè gli appunti di Leonardo non ebbero mai un organismo definitivo, i passi citati di lui rappresentano soltanto semplici spunti, mancanti del loro necessario sviluppo per costituire una teoria dell’arte. Certo, molti passi e molte osservazioni occasionali sembrano distrarre la mente dell'artista dalla funzione prettamente spirituale dell’arte, ch'egli ha affermata. Ma quando si pensi all'assenza di un sistema estetico organico nel tempo in cui visse, quando si pensi alle opinioni correnti sul ca-

(1) Trattato, B. 13. (2) B. Croce, Leonardo filosofo, op. cit. p. 244