La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

PREMESSE TEORICHE 13

polo, quanto il maestro gliene legge. Questa non si copia, come si fa le lettere, che tanto vale la copia quanto l'origine. Questa non s'impronta, come si fa la scultura, della quale tal è la impressa qual è l'origine in quanto alla virtù dell’opera. Questa non fa infiniti figliuoli come fa i libri stampati; questa sola si resta nobile, quesia sola onora il suo autore, e resta preziosa e unica, e non partorisce mai figlivoli eguali a sè. E tal singolarità ia fa più eccellente che quelle che per tutto sono pubblicate » (1).

Dunque, la fantasia umana, superatrice della natura, scopre una prima verità del mondo, che è assolutamente individua. Ma la fantasia stessa di che natura è? Platonicamente risponde ieonardo : è di natura divina.

« Tal proporzione è dalle opere degli uomini a quelle della natura, qual’è quella ch'è dall’ uomo a Dio » (2). Ne consegue che la pittura riflette direttamente Dio, in quanto opera con le immagini della natura.

Con maggiore chiarezza : il « disegno è di tanta eccellenza, che non solo ricerca le opere di natura, ma infinite più che quelle che fa natura.... E per questo concluderemo non solamente essere scienza, ma una deità essere con debito nome ricordata, la qual deità ripete tutte le opere evidenti fatte dal sommo Iddio » (3).

E ancora : « La deità che ha la scienza del pittore fa che la mente del pittore si trasmuta in una similitudine di mente divina » (4).

Infine Leonardo, che oggi troppi studiosi considerano uno scienziato più che un artista, per amor della pittura proclama

(i) Trattato, B. 4.

(2) Trattato, B. 10. (3) Trattato, B. 130 (4) Trattato, B. 65.