La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

196 PARTE SECONDA

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dicono proprio nulla. Perchè la prima domanda che si affaccia naturale è sul modo con cui il gruppo di cavalieri descritto e disegnato era compreso nell’atmosfera, sul modo con cui era ombrato, e accordato col resto della scena : proprio su ciò che non videro nè il Vasari nè il Rubens. Nello sfondo dell’ « Adorazione dei Magi », sono alcuni cavalli al galoppo, che per il loro slancio attuato con forti tocchi di scuro possono suggerir qualche idea sull’esecuzione dell’opera. Ma per la concezione dell'insieme io non saprei ricorrere se non a un disegno di Leonardo (Windsor B. 1246-50. Fig. 19), che è un nubifragio. Non è probabile che questo disegno sia stato eseguito proprio per la «Battaglia » : ma è possibile che rappresenti una prima idea di una fortunosa battaglia, ed è certo che è spiritualmente più affine alla concezione vinciana che non l’isolato gruppo dei cavalieri. Un ciclone spezza gli alberi come trascina i cavalli. E chi pensa che il moto travolgente doveva trasmutarsi nella luce della pittura, può risalire a una prima fantasia di Leonardo. Ma poichè non è noto in quale rapporto si trovasse l'episodio dei cavalieri con quella prima fantasia nel cartone finito e nella pittura iniziata, il nostro desiderio resta inappagato.

* E

« Adorazione dei Magi», «S. Girolamo », « Vergine delle rocce », « Cena », presentano una sola concezione della luce, come principio di stile, cioè : luce universale, fioca come luce di sera, anteriore alle immagini, su fondo scuro. E tale concezione riappare, con qualche modificazione, nell'ultima opera conosciuta di Leonardo: il « Battista ».

Ma nella « Sant'Anna» (Fig. 20) e nella « Gioconda », ambedue conservate nel Museo del Louvre, la concezione è mutata, e corrisponde a un diverso principio così espresso da