La critica e l'arte di Leonardo da Vinci
20 PARTE PRIMA
a te pare. Ma ancora ch’esse macchie ti dieno invenzione, esse non t' insegnano finire nessun particolare. E questo tal pittore fece tristissimi paesi » (1).
Îl paesaggio, dunque, è necessario all'arte. E fra i paesaggi si può bene scegliere :
« Più bello azzurro hanno i paesi, quando per li tempi belli el sole è a mezzodì che in nessuna altra età del dì, perchè l’aria è disgrossata d’umori e risguardando per quell’aspetto tu vedi li alberi belli in verde nei loro stremi e l’onbre inverso il mezzo oscure, e nelle lunghe distantie l’aria che s’interpone infra te e loro si fa più bella quando dopo lei è cosa più oscura, e però l'azzurro è bellissimo.
« Molto sono piu belli li alberi infra le campagnie, che sono infra "| sole e te, che quelli ai quali tu sei infra ’1 sole e loro, e questo accade che quelli, che sono di verso il sole, mostnino inverso li stremi le lor foglie transparenti, e chi non è trasparente, cioè insù li stremi, lustro vero, e che l’onbre sono oscure perchè da niente sono occupate » (2).
Le preferenze dunque si fondano sul colore e non sulla forma dei paesaggi. I coloristi dei secoli successivi ameranno le nubi stracciate, i grandi distacchi di luce e di ombra : romanticismi ignoti a Leonardo. Altra volta egli stesso chiede l'ombra della sera; ora, come fanciullo, gradisce il bel tempo e il sole a mezzodì, dietro le foglie, perchè faccia a caponascondere.
E *
Appunto, come il suo cieco che apre gli occhi, Leonardo vede nella natura luce e colore.
Del colore, sa intendere la bellezza qualitativa oltre che la tonale. Perchè sian vivi e belli, i colori siano trasparenti ed ab-
(1) Trattato, B. 57. (2) Richter, 458,