La diplomazia europea

quinta coalizione

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a/ francesi che il terreno compreso tra l’Ebro e i Pirenei. Napoleone allora s’accinse a guerreggiare personalmente la Spagna, e passò i Pirenei con i suoi migliori eserciti. Le manovre di Napoleone furono ammirevoli come le sue truppe, ma i resultati non uguagliarono quelli ottenuti contro gli eserciti organizzati delrAustria, della Prussia, e della Russia; gli spagnoli non resistevano in rasa campagna, fuggivano abbandonando fucili, cannoni, bandiere, ma non si facevano pigliare; sicché restava a vincere lo loro vaste pianure, le loro montagne ardite, il loro clima divorante, il loro odio per lo straniero, il loro gusto a ricominciare un genere di avventure che non era costato loro che la pena di fuggire. DI tanto in tanto restava a vincere qualche terribile resistenza come quella di Saragozza, ove sopra centomila individui 54 mila erano morti, un terzo de* fabbricati della città era caduto, gli altri due terzi forati dalle palle, macchiati di sangue, erano infetti da miasmi mortali; l’assedio di Saragozza durò 50 giorni, cioè 29 intorno alle sue mura e 21 dentro le sue vie. Napoleone, dopo di aver scacciato dinanzi a sè, ma non domati gli spagnoli che sempre gli sfuggivano, era sul punto di affrontare