La legazione del cardinale Antonio Berberini nella Guerra del Monferrato
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messa, parola, od altro impegno, preso nel nome del papa * (1) desiderando egli mantenersi padre comune. Più tardi necessitando nn intervento piu diretto della S. S.. Urbano Vili, benché a malincuore, permise ai suoi ministri di fare « qualche compromesso, fondato sul-1 autorità del suo nome, ma questo soltanto in caso di estrema necessità e bisogno » (2). ;1* Ferdinando IL desideroso di soddisfare il politeti ce, scelse una commissione di tre persone, affinchè trattassero col Leon della pace, e questi furono: l’abate di Cresmister, il barone'di Nortin, ed il barone di Quetemberg (8). Carlo di Nevers intanto tempestava d'istanze il cardi imi legato porcile il pontefice sinteressasse a suo favore; le condizioni del principe, privo di mezzi materiali, con la moglie e figlioletti in tenera età senzatetto, non potevano lasciar freddo il vecchio pontefice, compassionevole e buono per indole, e già troppo parziale verso la Francia. Non credendo di spiacere all'imperatore, poiché si trattava di sua nipote (4), Urbano Vili non solo aiutò il Nevers con sussidi di denaro per sopperire ai bisogni più urgenti, ma lo invitò a stabilirsi a Roma. Questo disegno dispiacendo a Ferdinando, che voleva sottrarre il papa a tutte le influenze a lui non favorevoli, il Gol latto ottenne che si ritirasse a Crespino nel Ferrarese (5). Se non che il duca, a cui quei dominio spiaceva, non volendo recarsi a Foli sei la, offertagli dai Veneziani, divisava di ritornarsene in Francia e lasciar la famiglia a Crespino, dove non erasi ancora recata per timore della peste (6). Per rimediare a quest'imbarazzi fu pregato Antonio Barberini d'intromettersi direttamente nella questione: dopo vario negoziare ottenne egli che il duca con la famiglia si ritirasse a Beri inoro, località della Romagna, fino al totale assetto delle cose (7). In questo mentre giunse dal campo francese il Mazzarino, il quale •portava le risposte del Ridici ieri intorno alla paco e alla tregua: e con accorte istruzioni, affine di trarre il duca ad accettare l'imo o l’altra, oppure congiungerlo alla Francia. Il duca di Savoia prestò favorevole orecchio ai facili ragionamenti del Mazzarino, ma gli fece osservare non poter risolvere senza il Colla-Ito e lo Spinola, i quali come erano lontani di luogo, cosi erano lontani di mente, perchè mentre il Collabo. avendo con la presa di Mantova soddisfatto all’onor suo e del-
(1) 31 Agosto 1380. F. Barberini al Bocci (Ardi. seg. del Vat., Cifre di Germania, N. 120, Foglio 172, Doc. XLVI). (2) 9 Settembre 1030. F. Barberini al Bocci (Ardi. seg. del Yat, Cifre di Germania, N. 120, Foglio 194, Doc. L). (3) 8 Settembre 1030 F. Barberini al Card, di Bagno (Ardi. seg. del Vat., Cifre di Francia, Codice LXXXVII, N. 78, Doc XLVD 19 Agosto 1030. Il Bocci a F Barberini (Ardi. seg. del Vat., Cifre di Germania, N. 120, Foglio 178. Doc. XLVIT). (4) 24 Agosto 1030, F. Barberini al Bocci (Ardi. seg. del Vat, Cifre di Germania. N. 120, Foglio 170, Doc. XLV). (5) 24 Agosto 1630. F. Barberini al Bocci (ivi). (6) 1 Settembre 1630. F. Barberini al Card, di Bagno (Ardi. seg. del Vat., Cifre di Francia, Codice LXXXVII, N. 73. Doc. XLITI). (7) 1 Settembre 1030. F. Barberini al Card, di Bagno (ivi).