La legazione del cardinale Antonio Berberini nella Guerra del Monferrato
35
l'impero, inclinava alla pace. Jo Spinola invece si struggeva dal desiderio e dalla brama ardentissima d’impadronirsi di Casale (1). Lo Spinola contro l’opinione del Mazzarino si rivelò assai contrario alla tregua, e allorquando passarono alla discussione, su cui parevano tutti d'accordo, lo Spinola tirò in campo mille altre difficoltà, laonde il Mazzarino gli espose la suddetta deliberazione del duca di Savoia. Lo Spinola, messo alle strette, confessò essergli stata, pei maneggi dello Scaglia, tolta da Filippo IV la di stringer pace, avendo soltanto quella in termini larghissimi d’accettare armistizii (2). 11 Mazzarino, per evitare l'errore dell’altra volta, si fece dare dallo Spinola le proposizioni dell’armistizio, scritte e sottoscritte di suo pugno, quindi si dispose d’ottenerne il consenso dalle altre parti. Dal Collalto non fu malagevole, perchè, oltre alla naturale inclinazione, egli bramava far pace prima che fosse stipulata nel contratto di Rati sbon a, dove se no trattava: nè il duca di Savoia era contrario ad una pace, che davagli tempo di sciogliersi dall'alleanza spaglinola, ormai inutile |kt lui (3). Rimaneva di piegare i generali francesi; vernò che a questi ultimi erano pervenuti validi rinforzi con lo Schomberg; ma anche al duca di Savoia erano pervenute 1 compagnie d'Alernanni; laonde il maresciallo di Tsoras, avendo considerato essere all’estremo di munizioni e di viveri, accettò la tregua, ma i generali francesi volevano che questa tregua fosse subito accettata, mentre Io Spinola cercava d’allungare le trattative per impadronirsi prima della cittadella di Casale, che stringeva d'assedio con raddoppiato ardore (4). Tuttavia il Mazzarino persuase, dopo una breve sospensione d’armi, i generali francesi, radunati a Rivada, ad acconsentire ad una convenzione militare nei termini seguenti : 1° che sarebbe tregua fino a mezzo ottobre; 2° che entro questo tempo nessuno degli eserciti uscirebbe fuori del territorio rispettivamente occupato ed i lavori, sì per difesa, si per offesa, non sarebbero accresciuti, nò mutati : 3° che intanto gli Spaglinoli somministrassero viveri al presidio francese di quella cittadella, e ricevessero in lor mano la città ed il castello, a patto di restituirli, se la cittadella dentro l'ottobre fosse soccorsa, e di ricevere anche questa dai Francesi se avvenisse il contrario: 4° che il duca di Savoia sarebbe garante dell'esecuzione di questo trattato (5). Mentre tratta-vasi della pace in Ratisbona, essendo giunta all’ambasciatore spaglinolo la plenipotenza, il pontefice per consiglio della commissione colà residente scriveva all'imperatore raccomandandogli il Nevers (6). Il Montmorcocy propose al Cardinal legato di convocare un altro congresso in Roma sotto la sua autorità, affinchè ragionassero
(1) 9 Settembre 1030. Bocci a F. Barberini (Ardi. seg. del Vat., Cifre di Germania, X. 120, Foglio 198. Doc. XLIX). (2) 9 Settembre 1080. Bocci aF. Barberini (Arch. seg. del Vat, Cifre di Germania. N. 120, Foglio 198, Doc. XLTX). (3) Vedi Bigotti, Storia della Monarchia Piemontese , voi s°. (4) 27 Settembre 1080. F. Barberini al Card, di Bagno (Arch. seg. del Vat., Cifre di Francia, Codice LXXXVII, X 73, Doc. XLV). (5") 27 Settembre 1630. F. Barberini al Cai’d. di Bagno (Ardi. seg. del Vat., Cifre di Francia , Codice LXXXVII, X. 73, Doc. XLV). (6) 14 Ottobre 1030 F. Barberini al Card, di Bagno (Ardi seg. del Vat., Cifre di Francia , Codice LXXXVII, X. 73, Doc. XLYII).