Venezia e la Lega di Cambrai

Inoltre 1’ aristocrazia dominante aveva perduto alcune di quelle virtù necessarie per le grandi imprese, quali potevan essere la conquista di tutta Italia e la formazione d’ un grande stato moderno. A Venezia, come del resto in tutta Italia nell’ età del Rinascimento, lo splendore della civiltà ci abbaglia, ma 1 costumi sono corrotti ; v’ ha il contrasto tra l'eccellenza e la stupenda varietà del)' opere dell’ ingegno e la decadenza Il Frinii dipinge a vivi colori la corruzione della società, quale risulta anche dai Sanuto e dai documenti (1), aggiungendo esservi però delle onorevoli eccezioni. I nobili erano troppo superbi specialmente verso i sudditi di terraferma. Le loro domande legittime dopo lungaggini di procedimenti venivano respinte. Si deplorava il malgoverno di parecchi dei rettori, il broglio nell 1 elezione dei magistrati, il lusso raffinato delle patrizie fanciulle e spose. Le colpe e le vergogne frequentissime nei conventi di monache restavano impunite, perchè gli autori e le autrici appartenevano alle principali famiglie. La collazione dei benefici ecclesiastici, che la Repubblica s’ era arrogato, serviva a saziare molte cupidigie; se qualcheduno dei nobili abbracciava la carriera ecclesiastica, sollecitava una lauta prebenda (2). Il doge Leonardo Loredan era molto pio, di costumi intemerati, aveva le migliori intenzioni, ma era un po’ timido e riguardoso specialmente verso i nobili (3). Perciò non contribuiva colla sua autorità a far castigare severamente

(1) Sanuto, Diari, Vili, col- 117. Il Romaniu nota, che precisamente dai registri del Consiglio dei X e dai ‘Diari del Friuli s’hanno ampie testimonianze di questa corruzione dei costumi. {Storia ctocumentata di Venezia, Venezia 1856, t. V, pag. 7, nota 3). (2) o. c., c. c. 13*20. (3) Questo difetto del doge non apparisce dal ritratto che ne la il Romania O. c. fondandosi sui datari del Sanuto T. V, 138, 59).

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