Venezia e la Lega di Cambrai

Dalmazia, per il duca di Savoia, che poteva pretendere il regno di Cipro, per il duca d’ Este e il marchese di Gonzaga, che rimpiangevano le cessioni di terre alla Repubblica già avvenute da tempo, il primo del Polesine, il secondo di Asola e di Peschiera (1). Col famoso trattato si apriva il varco a tutte le pretensioni, anche alle meno fondate, e che pareva fossero poste in oblio. In questi patti della lega si vuol sostenere il sistema del diritto imprescrittibile di legittimità, a solo danno di Venezia ; cioè le terre già imperiali dovevano tornare all* Impero, doveva essere ricostituito 1’ antico ducato di Milano *1 favore di Luigi Xll, che alla sua volta aveva ad essere nuovamente investito dall’lmperatore, ecc. Con questo principio, che mal celava 1’ invidia e 1’ odio dei sovrani contro la Repubblica, si violava impunemente il diritto dei trattati, che Venezia poteva con coraggio affermare. Difatti, in virtù di trattati possedeva la maggior parte di quelle terre, che ora le si volevano ritogliere (2). Considerando sotto questo aspetto la lega di Cambrai, è da notare che Venezia difendendosi si fa sostenitrice del diritto pubblico dei trattati, che alla fine trionfa, contro il principio politico, che i suoi avversari volevano far valere in tutta la sua rigidezza, ma che era ormai vieto. Ed è anche questo senza dubbio un segno dei nuovi tempi Alle armi temporali di tanti sovrani si aggiunsero anche le spirituali, poiché Giulio li, per i patti di Cambrai, lanciò la' scomunica contro la Repubblica il 27 di

(1) Rojiamn, o. c. V. pagg.' 188-89 Guicciardini, o. c. Voi. 11, pagg. 188, 89, 214. (2) Muratori, o. c., XIV, pag. 68. Sismondi. o. c., V, pag. 6-8. Cantu, o. c., V, pag. 114. Romanin, o. c. V, pag. 189 n. 2.

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