Venezia e la Lega di Cambrai

per io ! lanciato dai gentiluomini. Ingenerale i nobili e i ricchi borghesi delle città suddite aspiravano ad un mutamento di governo, volgendosi a Massimiliano, perche esclusi dalla gran vita politica della Dominante, c desiderosi di più larga autonomia e di maggiori privilegi (1). Difficoltà gravissime derivarono pure a Venezia dalle condizioni finanziarie. Ben presto le camere dei prestiti istituire dallo stato per le enormi spese sostenute nelle guerre di terraferma, sospesero in gran parte i loro pagamenti (2), si esaurirono gli argenti, eh’ erano stati posti in zecca dalle ricche famiglie, e da cui s’ erano ricavati ben 100.000 ducat r. Eppure erano necessari perfino 60.000 ducati al mese per pagare 1’ esercito (3). Ormai le imposte di terraferma avevano cessato il loro gettito; tutto il denaro bisognava ricavarlo dalla,città di Venezia (4), ove già scarseggiava per 1’ arenamento del commercio. Di fronte a mille pericoli, nell 1 alternativa di piccole speranze e di timori gravissimi, poiché ad un raggio di luce succedevano poi le tenebre più fijte, il Senato, con un’ instancabile tenacità, prese a volta a volta provvedimenti arditi e prudenti, ma sempre abili per salvare il glorioso stato. Contro gli alleati di ‘Cambrai, oltre alle armi ricorse ad un lavorio diplomatico, incessante, complicato, difficile ó per far fruttare i semi della discordia fra di loro, o per acquistarsi qualche proprio alleato, c non si peritò di domandar soccorso ai Turchi, ritenendo che fosse ormai un pregiudizio il non farlo

(1) A. Bonardi, I Padovani ribelli alla Repubblica di Venezia, ecc., c. s. pagg. 326, 327, 36, 37. (2) App. n. I. Priulì, ms. cit., c. 5 v, 6 r. (3) App. n. IV. (4) App. n. IV.

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