Venezia e la Lega di Cambrai

Gian Galeazzo Visconti, che dopo molti e considerevoli acquisti di terre fatti coll’astuzia e colla forza, nelle più importanti regioni della penisola, poco prima della morte prematura ed inopinata, s' era fatto già foggiare la corona reale, 11 Senato veneto non era un solo principe guerriero, che trascinato dall’ambizione, spinto dai primi successi a cose sempre maggiori, fidente nelle proprie armi, volesse nel breve corso della sua vita, compiere tutta l’opera iniziata, aspirando a goderne tutta la gloria, o temendo di non lasciar dietro a sè continuatori. Nell’ assemblea sovrana, che dirigeva lo stato di Venezia, le audacie soverchie degli unì erano contemperate dai consigli di prudenza degli altri, e I' esperienza del passato poteva far nutrire nell’ animo di tutti la speranza di aver degni eredi per 1’ avvenire. E poi ripeto la domanda: alle aspirazioni di Venezia sospettate e temute dai principi italiani e stranieri sarebbero stati adeguati i mezzi ? La risposta la diede mirabilmente Paolo Partita, il Machiavelli veneziano, nel suo discorso politico intitolato : Perchè la Repubblica di Venezia non abbia acquistato tanto stato quanto quella di Roma. Venezia, sicurissima per la sua posizione geografica, rimasta intatta, unico esempio nella storia, dalle invasioni barbariche, provvista ad esuberanza di vettovaglie e mercanzie, che le venivano dal mare e dai tanti fiumi « che sboccano o nel mare vicino o nello stesso » seno, ov’ ella giace», accolse una popolazione poco battagliera, e fin da principio fu principalmente disposta alle imprese marittime. Quindi, come effetto di esse, colonie disseminate nei mari, e non provincìe estese e continue. La guerra era pur necessaria, ma sul mare, e per prendere isole e luoghi posti sulla marina, e ciò per i bisogni e i progressi del commercio, non per l’impero sulla terra. Per queste imprese non era necessario un grande e forte esercito terrestre, mentre nelle con-

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Venefia ela lega di Cavibrai