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procuriti' potrebbe ni Regno nostro,, sarebbe atta a divenire ancora un'immensa officina di miglior ozio ne d'innumerevoli pecore ,lo cui lane , attualmen te già copiose e pessime , ridotte fine chi fossero , servirebbero ad alimentare le fabbriche nazionali ■ Questo tratto non vi dimostra che 1’ gregio autore, tanto prima ancora di visitarci, pensava ai mezzi d’ avvalorare i nostri prodotti, e dar opera a! narisorgimento.'’ ... Ma io m’accorgo che il sentimento Tbì ha fatto tenere il linguaggio del più zelante agricoltore. Gradite i voti d un’ani ma capace di gustare le pure delizie delia v,ta campestre, e compiangetemi, se trascinato dall'ir resistibile concatenazione degli eventi sono co stretto a vivere in città, mentre voi per eiezione vivete in campagna: hac in re scilicet una Multum dissimiles , ad catterà pene gemelli Lasciate ora che dopo avervi parato alquantedell’opera, io vi soggiunga qui, circa fautore di quella, una notizia che troverete di grande nostro interesse. Vi é noto. Egregio amico mio, die le incr diLi i f-tiche del nostro Provveditore alteravano sens bifronte >a sua salute. Non vi parrà quindi strano che il pacete dei rivederlo di r torno dai suo viaggio, sia stato dall’aspetto di sua decadenza amareggiato. Si seppe eh eg'i replicatamente chiedeva aS M. di permetterà 1 ; il ritirarsi ai domestico suo riposo in Italia, Voi ben v immaginate che il dispiacer de! timore d’esser da lui abbandonati prevaleva al dispiacer dello stato, in cui io vedevamo. Quando all' improvviso si è saputa e sparsa la certa notizia, che S. M- L Imperatore e nostro Re gli ha ben precisamente ordinato di non di staccarsi da noi, e di proseguire con rassegnata costanza a governare questi paesi, secondo que’ principi da lui finora segugi , che tanto son con sentami alle sovrane intenzioni e volontà. Nell tempo stesso si è pur detto che J amatissimo no | Stro Vice-Rè abbia anch’esso esternati sensi af j

fettuosi e degni di quell’angelico suo cuore, onde rinvigorire le forze del così benemerito nostri Provveditore • Voi ben vedete, amico, che per qualche tempo almeno non parlerà più d’andarsene; ma dobbiamo ora ardentemente bramare, ch’egli moderi i’eccessiva sua applicazione , che dia qualche pensiero alla propria salute, e che sospendendo talvolta le perpetue meditazioni e i! troppo assiduo lavoro , respiri altr aria che quella della sua stanza, onde questa non gli si cngi in sepolcro. Egli non può ignorare questa generale preghiera d un Popolo che Io ama, e bene a rag on ti lusinga che le Sovrane benefiche disposizion pel di luì mezzo avranno l'esecuzione la meglio mtesa e la più vantaggiosa alla Nazione. Sono in istato, amico mio, di soggiugrere a quanto vi ho scritto di sopra in proposto dell’opera rec-mtemente pubblicata dall Eccellentissimo nostro Provveditor Generale, che questa già fissa in Italia l’attenzione di. parecchi uomini di Stato. Sentimenti e giudizi favorevoli giungono in gran copia ogni momento all Autore; ma ad ogni favor ben preva'e la ietterà dettata dall’aureo cuore dell’augusto nostro Vice-Rè, che ho potuto dal prezioso originale fedelmente tradurre e trascrivere, e che qui con piacer leggerete. ~ Ho ricevuto , Sig. Provveditor Generale , „ l’esemplare che mi avete indirizzato delle ope„ re da voi recentemente pubblicate. Io ve ne ~ ringrazio . Leggerò il vostro libro con tutto , quell interesse che necessariamente vieti destato „ dagli argomenti che avete trattati, come pure dal ~ sentimento di stima ch’io porto all’Autore . Con„ tinuate, Sig. Provveditore, a servire i vostri ,5 animi ni !» tran coi Vostri scritti 3 col vostro zelo, 5, con un amministrazione egualmente paterna e „ ferma : e S, M. non avrà che ad applaudirsi ~ della testimonianza di fiducia, che vi ha data. „ E con ciò, Sig. provveditore, piego Oro che ~ v'abbia nella «uà santa custodia. “ Scritte a Monza li 4 Ottobre 1 805. Se in.

EUGENIO NAPOLEONE.

Viaggio del capo Pepinierista Costantino Longone di Dugnano , dipartimento d Olona , in alcuni, luogbi della Dalmazia , per ordine di S. E. il Provveditor Generale .

Quella porzione di strada di circa otto miglia ultime prima d’arrivare a Sebenico, venendo pei terra da Traù , mostra da tutte le parti un terre no continuamente coperto di viti, ben guarnito e con molta industria , nel tempo stesso di fichi ed ulivi, anche iu mezzo al sasso. Così dicasi, della riviera dei Castelli da Spalato a Traù, lungo il mare-Tutto il terreno è lavorato , fuorché il monte vie,no , che serve di pascolo. In mezzo a q e’menti vi sono diversi boschi che si potrebbero a levare, oltre i pochi che vi si veggono allevati. Se tutta la Dalmazia fosse coltivata e lavorata nella parte montuosa , come la riviera dei Casre li, )e differenti sue parti non soffrirebbero estrema scarsezza di legna si da fuoco, che da opera, e non avrebbero quindi bisogno di procacciarsene in luoghi lontani ed a carisSiurg prezzo.

Deducendo da quanto mi si dice accaduto negli ultimi dieci anni, cosa accader potrebbe nei dieci anni avvenire, ne segue che la Dalmaz : a in capo a. quelli rimarrà priva affatto di legna da fuoco. Pubblicamente si strappano ovunque le radici delle p ante e pubblicamente si vendono ne'luoghi abitati. Gran boschi allevati in mille partì propizie a tale coltivazione darebbero grande abbcnd anza di faglie che raccolte, come si fa da per tutto, offrirebbero abbondante letto al bestiame . Con queste aumentando nelle stalle il concime, si ottiene il massimo ajuto ad ogni genere di vegetazione, Nei monti di Traù vi sono molti ulivi selvatici da incalmare: e così la mano dell’uomo avrebbe potuto migliorare ivi il raccolto. A Spalato, Stobrez , Kunen , Glissa, Uragnir. za, il terreno, quasi calcareo, in generale è composto tutto di piccoli colli e vallette (eccetto il punto di Glissa più montuoso, ma nei contorni,' simile al rimanente.) Tutto è rivestito di ulivi, viti c fichi, tutto è coltivato, fuor d’alcuni campi 125