Bibliografia Vichiana I, стр. 228

CAPITOLO QUARTO DAL 1730 AL 1744

Chi ponga a raffronto quest’ ultimo periodo della vita del Vico con quello che decorre dal 1720 al 1730 non tarda ad avvedersi che, laddove in questo che si chiude con la pubblicazione della seconda Scienza nuova, la grandezza di lui, salvo nei pochi casi che si sono visti, era misconosciuta, nell’altro, invece, che ha inizio con quella pubblicazione, si comincia, sia a Napoli, sia in qualche modo anche di là dal Tronto e dai Liri, a riconoscere sempre meno di rado che l’autore,,di quell’opera non era poi quel mostro d’imperscrutabilità e vanagloria che i suoi denigratori volevano far credere. Naturalmente, ciò non significa che sin da allora, e non soltanto sessanta o settantanni dopo, si cominciasse a comprendere quale rivoluzione la Scienza nuova avesse apportato nel campo delle scienze speculative, delle discipline storiche e della critica letteraria. Per contrario, è da soggiungere che sola dottrina vichiana allora veramente intesa continuò, come prima (v. p. 206). a essere quella relativa alla genesi delie XII Tavole ; e aneli’essa, del resto, divenne nel 1736 e nel 1742 oggetto degli attacchi feroci che si vedranno nei numeri 10 e 19 di questo medesimo capitolo. Tuttavia, su per giù dal 1730, Vanimus dei contemporanei o, quanto meno, di non pochi contemporanei s’avviò a essere, verso il Vico, non più quello d’una volta. Ormai, salvo qualche ritardatario, d’altronde non napoletano (per esempio, il fiorentino Lami), nessuno avrebbe osato irridere il Nostro con gli epiteti di « fantastico », « visionario » e «pazzo». Per converso, gli uomini di studio, generalmente parlando, vennero a trovarsi di fronte alla Scienza