Bibliografia Vichiana I, стр. 231

225

N. E D. CONCINA

n von gelehrten Sachen, non offriva ai suoi lettori se non una mera rassegna di tutte le altre effemeridi scientifiche di Europa, e che pertanto non fece se non riferire sul Vico « i giudizi dei giornali italiani », cioè, crebbe, jgj Giornale de’ letterati d’ltalia (v. sopra pp. 18-19 e 173) e « più tardi, e per l’ultima volta, quelli del Ledere » (v. sopra pp. 191-92). 4. N. eD. Concina. Il domenicano friulano Nicola Concina (?-1763) aveva avuto occasione nel 1729 di recarsi nella città natale del Nostro, senza, per altro, conoscerlo : nel che oli scriveva quattro anni dopo (27 luglio 1732) vedeva vichianamente quasi un disegno della Provvidenza. Perché soggiungeva opposto alle disposizioni della medesima Provvidenza », la quale, ormai, aveva stabilito già che, dopo anni d’insegnamento nelle scuole del suo ordine, lo si chiamasse nel 1732 alla cattedra di metafisica nell’Università di Padova. Pochi mesi appresso, nel febbraio del 1733, si recava a Napoli a predicare la quaresima un molto più noto fratello di lui, anch’egli domenicano, cioè Daniele (1686-1756) : quel Daniele il cui ritratto è ancora nella Marciana di Venezia tra quelli dei vari bibliotecari, e le cui opere filosofico-teologiche, prevalentemente polemiche, suscitarono molte ire durante l’accesa battaglia scoppiata al tempo di Benedetto XIV prò e contro il giansenismo e prò e contro i gesuiti. Di quella sua dimora napoletana approfittava Nicola per pregarlo di comprargli tutte le opere del Vico, « che io stimo gli scriveva uno de’ più grandi e più profondi ingegni dell’ Europa, e fornito della più recondita erudizione », « sottilissimo metafisico, sodo e perspicacissimo, di metodo veramente geometrico e concludente », e del quale sarebbe stato soltanto desiderabile che, «per comune beneficio, volesse spiegare molte cose che non si ponno intendere da quelli che non hanno il suo incomparabile ingegno e la sua arcana erudizione e le sue singolarissime vedute ». E il padre Daniele, nel mandare Fan-, zidetto biglietto al Vico, gli faceva pervenire altresì un ’Oratio a stampa, che, recitata dal fratello a Padova, nell’inaugurazione dell’anno accademico 1732-33, si effondeva, tra l’altro, in caldi elogi del Diritto universale : dono ed elogi che il Vico contraccambiava, rimettendo al padre Daniele, per lui, un esemplare postillato, e oggi disperso, della seconda Scienza nuova, e, pel padre Nicola, una parimente dispersa epistola encomia-15