Bibliografia Vichiana I, стр. 235

C. GALIANI - CIRILLO

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alle carte lasciate dal Nostro (v. sopra p. 85), come nell’altra del 24 febbraio 1745, mirante ad aiutare il suo ultimogenito Filippo. E finalmente non è da passare sotto silenzio che il 14 aprile 1739, in occasione del suicidio di Domenico Gentile il rivale fortunato del Vico nel concorso universitario del 1723 (v. sopra pp. 192-93 e 224), Bartolomeo Intieri, anche lui buon amico ed estimatore del Nostro, scriveva al Galiani : « Egli è morto come ha vissuto, cioè da pazzo. Mi ricordo della bella profezia, che fece un personaggio di gran talento sopra la riuscita di questo pazzo furioso, quando li fu conferita la cattedra per la violenza usata tunc temporis dal Cardinal d’Althann, che non era men pazzo. Disse allora il mentovato personaggio che il Gentile era più tosto ardito, sfacciato e pazzo che dotto ». Codesto « personaggio di gran talento » può essere e può (cosa ancora più probabile) non essere il Vico. A ogni modo, il significativo documento mostra che in Napoli nel 1739 non era stato dimenticato ancora il torto usato sedici anni prima all’ autore della Scienza nuova. Cfr. Vico, Opp., V e VII, indici dei nomi, sub « Galiani Celestino »; nonché F. Nicolini, Monsignor Celestino Galiani, saggio biografico (Napoli, 1932, estratto dall 'Archivio storico per le provincie napoletane), indice dei nomi, sub « Vico ». 6. G. P. Cirillo. Che si sappia, Giuseppe Pasquale Cirillo da Grumo presso Napoli (1709-76) non discorse, per le stampe, del Vico se non in due opuscoli, ai quali s’è già accennato genericamente (p. 69) e di cui occorre dare qui indicazioni più precise. II primo, rarissimo (il solo esemplare conosciuto è nella collectio del Croce), s’intitola Brieve ragguaglio delVaccademia degli Oziosi istituita in Napoli nel Vanno MDCCXXXIII in casa del signor don Niccolò Maria Sa, lerno, patrizio salernitano, de ’ baroni di Lucignano (Napoli, MDCCXXXIV, 1° gennaio, per Angelo Vocola, stampatore dell’Accademia). L’altro, molto meno raro, contiene un’Orazione per le nozze di Carlo di Borbone con Maria Amalia di Valburgo (Napoli, Felice Mosca, 1738). Nel primo l’autore, volendo smentire la voce pettegola che il Nostro avesse censurato una dissertazione sulle maschere degli antichi tenuta da esso Cirillo in casa d’isabella Mastrilli duchessa di Marigliano, pubblicò al riguardo la già mentovata lettera vichiana del 30 agosto 1733. E nel secondo inserì 1’ altra lettera vichiana in sua lode del maggio 1738 circa. Senonché, molto