Bibliografia Vichiana I, стр. 244

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WARBURTON - LÉONARD

verno, Beniamino Crow, che, dal canto suo, involto il pacchetto vichiano in altro più grosso, contenente quattro codici ebraici del decimo secolo, aveva già spedito il tutto a Conyers Middleton (1683-1750), tornato da poco a Oxford, ov’era bibliotecario, dopo un soggiorno di circa un anno (1724-25) a Roma. Tutto, dunque, induce a credere che quell’ esemplare venisse effettivamente recapitato al Newton e da lui fosse fatto conoscere ad altri studiosi inglesi. Non è credibile, invece, sebbene di recente il Fisch abbia prestato a esso piena fede, il tardo racconto di Francesco Lomonaco : che, comparsa appena la prima Scienza nuova, « parecchi inglesi, i quali erano iu Napoli, ne comprarono tutti gli esemplari e spedironli a Londra », come coloro che « ben comprendevano il profitto che trarsehe poteva e quanto alla letteratura e quanto alla filosofia». Non è credibile, perché il Vico, lungi dal dire ne verbum quidem di tutto ciò, narra, al contrario, nell’ Aggiunta all ’ Autobiografia, che alla fine del 1727 tutti gli esemplari disponibili dell’anzidetta Scienza nuova prima vennero incettati dal residente veneto Giovanni Zuccate, che li mandò a Venezia. È evidente, dunque, che nella tradizione orale, a cui attingeva il Lomonaco (ai tempi del quale l’ora citato passo dell’Aggiunta all'Autobiografia era ancora inedito), s’era, per una deformazione, sostituito appunto « Londra » a « Venezia ». Resterebbe ad assodare se la Scienza nuova fosse nota al traduttore Léonard, che avrebbe potuto bene conoscerla, per io meno indirettamente, attraverso la sopramentovata memoria del Bonamy. È un fatto, per altro, che il Léonard non la cita mai, a malgrado della sua propensione a ricordare con frequenza i predecessori anche italiani del Warburton e suoi, e segnatamente monsignor Francesco Bianchini, al cui Sentiment sur les obélisques consacra intere le pagine 599-642 del secondo volume. Per esteso, il titolo della traduzione del Léonard è « Essai sur les hiéroglyphes égyptiens, où l’on voit les origines et le progrès du langage et de Técriture, Tantiquité des Sciences en Egypte et l’origine du culte des animaux. Traduit de l’anglois de M. Warburton. Avec des observa•tions sur l’antiquité des hiéroglyphes scientifiques et des remarques sur la chronologie et sur la première écriture des chinois (à Paris, chez Hippolyte-Louis Guerin, rue S. Jacques vis-à-vis les Mathurins, à S. Thomas d’Aquin, M.DCC.XLIV., avec approbation & privilège du roi) ». Sulle somiglianze tra il Vico e il Warburton vedere gli studi del Kenrick, del Folkierski e del Fisch citati più oltre ; nonché, per molti raffronti tra i due testi, il sopramentovato nuovo commento inedito del Nicolini alla