Bibliografia Vichiana I, стр. 247
DE BEADFORT - STELLINI
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sia perché a Napoli appunto i sopramentovati fratelli Roland ne pubblicarono nel 1783-84 un’anonima versione italiana, condotta, pare, sulla seconda edizione di Parigi, 1767, e riuscita in cinque volumi in sedicesimo. E che, malgrado altre coincidenze con la Scienza nuova, questa fosse ignota all’autore apparirebbe da quanto alle pagine 3-4 del secondo volume dell’ edizione originale si dice delle XII Tavole, sulle quali si ripete il racconto tradizionale, senza nemmeno ricordare gli accenni fatti già dal Bonamy e dal Terrasson alla correlativa dottrina vichiana (v. sopra pp. 232-33). Per ultimo in una diffusa ’EjuxQiaig sive stricturae in nuperum franci libellum de incerto historiae romanae antiquissimae, ccc. pubblicata nei Miscellanea lipsiensia (I, 40-79 ; 11, 409-95 e 620-712 ; 111, 225-329, 743-49), e alla quale il De Beaufort rispose nella seconda edizione della Dissertation (cfr. traduzione italiana, 11, 249-85), l’archeologo Cristoforo Saxe da Utrecht (1714-1806), nell’accusarlo di plagio, ricorda tra i pretesi autori plagiati il Kliiver, il Dodwell, il Perizonio e il De Pouilly, non anche il Vico, che, evidentemente, era ignoto anche allo studioso olandese. Per qualche altra notizia v., tra i molti, A. Vannucci, opera appresso citata, 1, 381-84, il quale non manca di porre in rilievo che l’altra affermazione del Beaufort circa la necessità di anticipare la data di forn dazione di Roma a tempi più remoti di quelli asseriti dalla tradizione era stata formolata già da Scipione Maffei in Degli itali primitivi (Mantova, 1727). Cfr. inoltre A. Schwegler, Romische Geschichte, seconda edizione citata più oltre, I, 1, pp. 139-40 ; Emmanuele Ciaceri, Le origini di Roma (Milano, Albrighi e Segati, 1937), pp. 7-12. 16. I. Steliini. —■ Spegnimento d’ogni lume di umanità, passioni gagliardissime, debolezza di raziocinio, regno esclusivo della forza : tali, dopo un primissimo periodo di quella felicità relativa che poteva dare la mancanza di desideri, le caratteristiche della vita sociale delle origini. Solo mezzo per tenere a freno quegli uomini belluini, il timore religioso, determinatosi in guisa affatto naturale nei loro cuori, e in virtù del quale essi consideravano la divinità come potenza non dissimile, quanto a natura, da loro stessi, ma di loro molto più forte, e alla quale attribuivano qualunque cosa di bene o di male loro accadesse. Gli uomini attendono dapprima alla conservazione della vita e all’integrità del corpo; dipoi s’abbandonano ai piaceri del senso ; più appresso appetiscono rie-16