Bibliografia Vichiana I, стр. 256

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DE DOMINICI - ACQUA VIVA d’ ARAGONA

21. B. de Dominici. Nella prefazione al primo volume della famigerata parziale falsificazione del napoletano Bernardo de Dominici (1694-1770) dal titolo Vite dei pittori, scultori ed architetti napoletani (Napoli, 1742-43, in tre volumi ; seconda edizione, in quattro volumi, Napoli, 1840-46), tra coloro che l’autore ringrazia per aiuti somministratigli è, insieme con Nicola Giovo e Matteo Egizio, anche il Nostro. Cosa ovvia, dal momento che il Vico, oltreché essere appassionato di pittura, frequentava la casa del già mentovato Nicola Gaetani duca di Laurenzano (v. sopra pp. 116-17), che il De Dominici, meno cattivo pittore che storico, servì per molti anni di paesaggi, marine e bambocciate. CD 7 Sull’amore del Vico per la pittura, F. Nicolini, G. B. Vico nella vita domestica , pp. 65-70. Sul De Domenici e i suoi rapporti col Laurenzano, Croce, Aneddoti di varia letteratura , 11, 200-218, specie 206-207. 22. T. Acquaviva d’Aragona. Sebbene persona di cultura e di spirito, non era uomo di studi nel significato stretto della parola il cardinale Troiano Acquaviva d’ Aragona dei duchi d’Atri (1693-1747), che, ospite per lunghi anni del bel Palazzo di Spagna, rappresentò dal 1735 alla morte così la Spagna come il neonato Regno di Napoli presso la corte pontificia. Tuttavia egli ha diritto tanto maggiore a essere mentovato in questa sede in quanto al quasi morente Vico, che, negli ultimi giorni del 1743, e forse nell’atto stesso di porsi a letto per non levarsi più, gli aveva chiesto, s’immagini con quanta trepidala, di sopperire almeno in parte alle spese di stampa dell’ultima Scienza nuova, s’affrettò a dare la gioia d’una risposta calorosamente affermativa. Che anzi lo si deve nominare due volte, dal momento che allo stesso Vico, il quale, con 1’ animo riboccante di gratitudine, gli aveva inviato a Roma ringraziamenti e auguri, rispondeva : « Qualunque dimostrazione io mi possa fare verso Vostra Signoria illustrissima, non giungerà certamente a quanto il suo merito e ’l suo profondo sapere richiede. Elia si è resa colle sue virtuose fatiche nella letteraria repubblica così ragguardevole che può certamente a buona equità gloriarsi d’essere tra i primi annoverato ». Cfr. Vico, Opp., V, 277-78 ; Vili, 303 ; nonché F. Nicolini, Uomini di spada ecc., pp. 48-90, specie 82-85.