Bibliografia Vichiana I, стр. 263

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GENOVESE

traverso la Francia, penetrarono di mano in mano in Napoli ; quel più o meno deformato Vico, che, salvo il Cuoco e qualche altro, venerarono, come s’è in qualche modo accennato (p. 251) e si vedrà meglio poi, gli uomini del Novantanove. Comunque, tra i più noti componenti la scuola anzidetta il Gentile annovera Domenico Caracciolo, Giuseppe Palmieri, Filippo Briganti, Domenico di Gennaro, Francescantonio Grimaldi, Giuseppe Maria Galanti, Francesco Mario Pagano, Gaetano Filangieri e Melchiorre Delfico, su parecchi dei quali si dovrà tornare più oltre. Per un terzo titolo, infine, il Genovese vuole essere ricordato in questa cronaca della fortuna del Vico, e cioè perché risale a lui, come a primo anello, una tradizione relativa all’oscurezza della Scienza nuova : tradizione che passata poi nel suo discepolo e biografo Giuseppe Maria Galanti, e dal Galanti trasmessa, da un lato, al suo corregionale e discepolo Vincenzo Cuoco, che la comunicò a Francesco Lomonaco e. d’altro canto, al vichiano Pietro de Angelis, che la comunicò a sua volta al Michelet vorrebbe che il Nostro rendesse di proposito oscura l’opera sua per ottenere Vimprimatur dall’autorità ecclesiastica. Affermata, a cominciare dal De Angelis, più volte falsa, codesta tradizione, certamente, nel passare di bocca in bocca, dovè deformarsi non poco; e, a ogni modo, i particolari, con cui la riferisce il Cuoco, sono d’una fantasiosi sin troppo evidente. Figurarsi che, in pieno contrasto con ciò ch’è raccontato nell’ Autobiografia e risulta da documenti inoppugnabili, lo scrittore molisano narra che una prima stesura della Scienza nuova, presentata, per l’approvazione, alla curia arcivescovile napoletana, sarebbe stata trovata irreligiosa da questa, la quale, non contenta di negare il « nihii obstat », avrebbe anche « preso tutt’i manoscritti dell’autore », costringendolo, per tal modo, anche per consiglio di taluni amici, tra cui Paolo Mattia Doria, a ricomporre 1’ opera in guisa così oscuramente allegorica da dissipare i concepiti sospetti ! Tuttavia gli studi recenti hanno assodato questi tre punti : a) che in Napoli il Diritto universale fu più volte tacciato d’irreligiosità (v. sopra p. 187); b ) che tra il Vico e il suo abituale revisore ecclesiastico Giulio Nicola Torno le cose non procederono sempre liscio (v. sopra p. 188) ; 17