Bibliografia Vichiana I
sovente applicasse o sviluppasse concetti vichiani, rendendoli di solito molto più chiari e brillanti, ma, a dire il vero, anche meno profondi. Senza entrare in altri particolari, pei quali basterà rimandare agli studi del Nicolini citati qui sotto, giova piuttosto aggiungere che a quelle tra le idee vichiane di cui fece succo e sangue il Galiani rese grandi servigi attraverso non solo i suoi scritti ma anche e soprattutto le vivaci coloriture orali di quelle idee che per circa un decennio (1759-65, 1766-69) andò esibendo in vari salotti parigini, e, più che in altri, in quelli delle signore Geoffrin, Necker e d’ Epinay, del barone d’Holbach e dello Helvétius. Onde a lui principalmente si deve se quelle idee, pure quasi sempre senza il nome del loro autore, riappariranno, come si vedrà a suo luogo, presso taluni scrittori francesi degli ultimi decenni del secolo decimottavo. Vedere F. Nicolini, La puerizia e l’adolescenza dell’ abate Galiani ci" tato più oltre, pp. 8 sgg., e particolarmente G. B. Vico e F. Galiani, citato del pari più oltre. Cfr. altresì Eugène Gaudemef, L’ abbé Galiani e la question du commerce des blés à la fin du règne de Louis XV (Paris, Rousseau, 1899), pp. 45-46 ; F. Nicolini, Intorno a F. Galiani citato più oltre, p. 31 ; Lo stesso, nella sua edizione della Moneta galianea (Bari. Laterza, 1915), pp. 368-69; nonché Croce, Problemi di estetica, pp. 390-91 in nota ; Saggio sullo Hegel citato più oltre, pp. 316-25 ; Varietà di storia civile e letteraria, serie prima (Bari, Laterza, 1935), pp. 133-34. 6. E. Duni e le sue polemiche col Finetti e col Du Bignon. Discepolo, e questa volta in senso stretto, del Vico fu un congiunto del noto musicista Egildo Romualdo Duni da Matera (1709-75), ossia Emmanuele Duni (1716-81), anche lui da Matera. Il suo discipulato presso il Nostro - del quale, probabilmente, anche lui, più che il corso ufficiale, dovè frequentare Io studio privato, e quindi la casa può essere collocato approssimativamente tra il 1735 e il 1740, che sono su per giù gli anni della sua prima dimora napoletana, durante la quale, oltreché giurisprudenza, studiò anche e soprattutto molta musica. A ogni modo, appunto per ciò fu richiamato dal padre a Matera, donde, intorno al 1750, si portò a Roma, occupando via via nella Sapienza le cattedre di Fisica, di Decreto di Graziano e di Primaria delle Pandette. A prescindere dalla sua prima opera a stampa il De veteri ac novo iure codicillorum commentarius, dedicato a Benedetto XIV e pubblicato in Roma, presso Girolamo Mainardi, nel 1752, nel suo secondo lavoro un Saggio di giurispru-
263
F. GALIANI - DONI