Bibliografia Vichiana I
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DUNI - DU BIGNON
segnamenti orali del maestro ; salvo una documentazione più abbondante e meno imprecisa ; salvo, insomma, cose secondarie, non c’ è nella citata Origine e progressi osservazione presentata come nuova che non si rinvenga nell’opera vichiana : gli auspici fondamento di tutti i diritti civili e politici ; cives originari i soli patrizi ; non democratica ma aristocratica la rivoluzione del primo Bruto ; connubio, patrum e non connubio cum patribus chiesti dai plebei con la rotazione canuleia ; e l’elenco è ben lontano dalla fine. Una volta sola, in tutti codesti travasamenti, il Duni sentì il bisogno di mentovare il vecchio maestro, e, poiché mentovarlo doveva, di elargirgli una volta ancora le lodi generiche di «dottissimo», « incomparabile », « avvezzo coll’ acutezza del suo ingegno a meditare il fondo non la corteccia delle cose » ; e fu a proposito dell’autoctonia delle XII Tavole. Ma, a dire il vero, tutto induce a credere che l’insolita citazione fosse determinata dallo stretto vincolo che ormai tutti gli studiosi dell’argomento usavano porre tra quella questione e il nome del Nostro, e dal conseguente timore che al non rammentarlo sarebbe seguita un’ accusa di plagio. Tanto più che il Vico non è nominato mai nella Scienza del costume, sebbene tutto suo e solamente suo sia ciò che, sovente frainteso, illanguidito e contaminato coi principi più repugnanti, è di buono in quel libro : per esempio, pure attraverso le non felici deformazioni del Duni, la fondamentale distinzione vichiana tra il diritto delle genti, inteso come quello peculiare alle prime familiae, poi gentes, viventi, ciascuna per sé, con regime teocraticamente patriarcale ; il diritto civile, inteso, a sua volta, come quello, prettamente aristocratico, sorto, rebus ipsis dictantibus, quando quelle genti singole si riunirono nella città eroica, allargatasi via via a Stato ; e il diritto naturale, inteso, antigiusnaturaiisticamente, come tarda e intellettualistica concezione dovuta in tempi colti ai « filosofi ». Senonché qui gladio ferit, gladio perit : chi vive di ladronecci, finisce col restarne vittima. Come appunto il Duni. Il quale aveva pubblicato appena 1 ’Origine e progressi, molto lodata anche dalla parigina Gazette littéraire de l’Europe, quandoracconta egli medesimo in una lettera aperta a Giambattista Suard e all’abate Antonio Arnaud, direttori di quel periodicoconosceva in Roma 1’ abate Du Bignon. Costui continua a raccontare il Duni, desideroso di studiare « Thistoire civile