Bibliografia Vichiana I

PELLEGRINO - ANONIMO - XROYLI

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rerum vero novarum magnitudine maximum reputandum», l’ultima Scienza nuova venne giudicata nel parere che, quale censore civile, ne diè, il 31 maggio 1744, il domenicano Cherubino Pellegrino, professore di teologia nell’ Università di Napoli. Cfr. Vico, Opp., IV, capov. 1505. 4. Anonimo. Nel tomo sesto (1745), p. 32, delle Novelle letterarie di Firenze, cioè del periodico diretto dal Lami (v. sopra pp. 245-246) è inserita una breve necrologia anonima del Vico. A leggerla, s’ha l’impressione che fosse mandata da Napoli da persona amica del filosofo (Giuseppe Aurelio di Gennaro ?) prima che, nel luglio 1744, fosse pubblicata l’ultima Scienza nuova, della quale si dice che « di presente sotto i torchi di Napoli si trova ». E s’ha l’impressione altresì che alle parole « uomo dotto, i di cui libri hanno data un’ alta idea del suo sapere », il Lami, che qualche anno prima aveva contato al Nostro le insolenze che si sono viste (pp. 247-48), aggiungesse di suo ; « ma ancora occasione a molti giudizi, che non tutti sono stati all’autore favorevoli ». A ogni modo, tra gli scritti vichiani, oltre la Scienza nuova, sono ricordati il De ratione, il Liber metaphysicus con le due Risposte, il De rebus gestis Antonii Caraphaei, il De uno, il De constantia, l’ Autobiografia. Con qualche parola di commento, la necrologia è stata ristampata da F. Nieolini, G. B. Vico nella vita domestica, pp. 71-74. 5. P. Troyli. Dal 1748 al 1754 don Placido Troyli da Montalbano in Basilicata (1687 circa - 1757), abate del monastero circestiense di Santa Maria del Sagittario nella diocesi di Anglona, pubblicava in Napoli, in cinque tomi comprendenti undici grossi volumi in quarto, un’elefantiaca Istoria generale del Regno di Napoli, overo stato antico e moderno delle regioni e luoghi che il reame di Napoli comprende, una colle lor prime popolazioni, costumi, leggi, polizia, uomini illustri e monarchi. E nel tomo quarto, parte quarta (1752), p. 419. scriveva che, « per quanto s’ appartiene all’ oratoria profana adoprata da’ giureconsulti ne’ tribunali in parlar le cause, questa in tal guisa si vede a’ nostri giorni avanzata mercé le dotte insinuazioni del cotanto rinomato Giambattista Vico, cattedratico di tanti anni per la rettorica in Napoli ». Al quale rag-