Bibliografia Vichiana I
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MONTESQUIEU
fa se non ripetere quanto aveva trovato al riguardo nell’opera del Vian citata qui appresso. Ricerche di prima mano esibisce invece Gustavo Meyer nell’ articolo Die Geschichte bei Vico und bei Montesquieu. Circa i paesi anglosassoni, il Denison Maurice, come si vedrà a suo luogo, pure ricordando il Montesquieu a proposito del Vico, non entra nella questione dei loro rapporti ideali. Il Buckle scrive, tra l’altro, che prima del Montesquieu i soli che avessero realmente studiato a fondo la storia romana furono il Machiavelli e il Vico, il genio del quale, per altro, supera di gran lunga quello dell’autore dell’ Esprit des lois. Dal canto suo, il nordamericano Giovanni Fiske (18421901), in un giovanile saggio sul Buckle, trovò che la Scienza nuova contiene molte nuove e sorprendenti vedute storiche e che gli scritti del Montesquieu esibiscono un notevole tentativo di dare vita a una scienza sociale; ma che gli sforzi dell’uno o dell’ altro furono come paralizzati dalla mancanza di materiali. Infine il Flint (F autore della monografia sul Vico citata più oltre), in un primo momento aveva osservato che sospettare il Montesquieu d’avere dissimulato i suoi cosiddetti debiti verso il Vico significava mostrare tanto più chiaramente di non conoscere né l’uno né l’altro, in quanto, anche se lesse la Scienza nuova, l’autore deìV Esprit des lois ne ricevè un’impressione così poco profonda che « ses défauts les plus graves soni précisément ceux qu’une étude sérieuse de Vico lui eùt fait éviter». Più tardi, per altro, ammise che la distinzione fondamentale posta dal Montesquieu tra le forme di governo e il fatto che ha dato loro origine, è già nel Vico. E, per tornare finalmente alla Francia, donde eravamo partiti, tra gli assertori delle derivazioni deWEsprit. des lois dall’opera del Vico vanno annoverati anzitutto il Michelet (1827). poi anche il Lerminier (1830) e il Cousin (1831), negli scritti che verranno citati a loro luogo. Il cattolico Luigi Amato Martin, nello studio mentovato più oltre (1835), asserisce che pel Montesquieu fu una sventura non avere conosciuto la Scienza nuova, perché in questa avrebbe egli trovato quel legame che manca nel VEsprit des lois. A sua volta, Augusto Comte, in una lettera allo Stuart Mill del 1844, che verrà citata anch’ essa più oltre, poneva in rilievo che, se il Montesquieu, durante il suo viaggio in Italia, conobbe la Scienza nuova, «ce secours diminue notablement, à mes yeux, Vestirne personnelle