Bibliografia Vichiana I
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MONTESQUIEU
Da codesta, che, senza alcuna pretesa di compiutezza, è -già una copiosa bibliografia di codesto particolare argomento, ognuno vede che le questioni da risolvere sono due : se, nel =uo viaggio in Italia del 1728-29, o posteriormente in Francia, il Montesquieu avesse avuto, per avventura, conoscenza diretta della Scienza nuova; e, nell’affermativa, se se ne fosse avvalso neH’attendere al VEsprit des lois. Circa il primo punto, il racconto del Lomonaco è indubbiamente favoloso. Si pensi, per non dire altro, alla duplice congiuntura : che il manoscritto apparecchiato dal Vico per la riedizione detta sopra non giunse a Venezia se non nel1’ ottobre 1729, cioè nei giorni nei quali il Montesquieu, lasciata non soltanto Venezia ma 1’ Italia, era (dopo altre soste in Isvizzera e in Germania) in Olanda e in procinto di salpare per l’lnghilterra; e che al richiamo di quel manoscritto il Vico medesimo, come s’è visto (p. 46), assegna quale causa una mancanza di riguardo usatagli dallo stampatore veneziano. Senonché anche la favola raccolta dal Lomonaco ha il suo nucleo di verità, rivelato dai diari di viaggio dello scrittore francese, che, col titolo Voyages de Montesquieu, vennero dal suo tardo nepote barone Alberto de Montesquieu pubblicati a Bordeaux nel 1894-96 in due volumi. « Acheter à Naples : Principii d'una nova scienza di Jean Battista Vico, Napoli», è segnato in quei Voyages (I, 65), tra il ragguaglio di visite fatte in Venezia in compagnia del Conti e una nota recante la data del 1° settembre 1728 : da che risulta che, sia pure un anno prima del l’arrivo del manoscritto vichiano nella città della laguna, un colloquio intorno alla prima Scienza nuova ebbe effettivamente luogo colà tra l’abate padovano e il viaggiatore francese. Attuò poi quest’ultimo, durante il suo poco posteriore soggiorno napoletano (23 apriie-6 maggio 1729), il proposito di acquistare l’opera vichiana, e magari, se, per le ragioni dette sopra (p. 238), non ne trovò esemplari né presso Felice Mosca né presso altri librai, si rivolse, per averne uno, direttamente all’autore, che, nel caso, sarà stato ben lieto di offrirglielo in omaggio ? La cosa è così altamente probabile da potere essere tenuta sicura. «De fait scrive E. Bouvy, s’il faut en croire une personne bien informée, un exemplaire de la première édition de la Scienza nuova existerait a la bibliothèque de La Erède » : esemplare che tutto fa supporre tenuto soli’ occhio dall’ editore dei Voyages, allorché (I, 38)