Bibliografia Vichiana I

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HELVETIUS - BOULANGER

stro (v. sopra pp. 262-63), non mi sono imbattuto in alcun passo che riveli la derivazione, sia pure soltanto indiretta, dalla Scienza nuova. Di certo, in una decina di casi s’ha l’illusione di cogliere qualche pallida simiglianza con dottrine vicinane; ma basta poi proseguire nella lettura perché la simiglianza evanisca sino a scomparire del tutto, e magari cedere il luogo alla dissiraiglianza più spiccata. Piuttosto la lettura delle due maggiori opere dello Helvétius, insieme con l’ammirazione più viva per l’irrefrenabile amore di libertà a cui sono ispirate, suscita l’impressione di trovarsi al cospetto d’ uno scrittore, il quale, oltre che non conoscere punto la Scienza nuova, non avrebbe, anche se la avesse letta, potuto intenderla, tanto egli era, per dire così, allogato nella sua concezione sensualistico-materialistico-egoistico-edonisticoutilitaristica. Pel Vico, il pudore è la prima manifestazione della comparsa della moralità sulla terra ( Opp ., IV, capov. 304) : per l’Helvétius, « la pudeur est une invention de l’amour et de la volupté rafbnés » ( Esprit , discorso 11, capitolo 16, in (Euvres, I, 145). Alla provvidenzialità della storia, ossia alla logica profonda che si rinviene sempre nella concatenazione degli eventi umani, sono consacrate, a più riprese, le pagine più belle della Scienza nuova (cfr., per esempio, Opp., IV capovv. 1077 sgg.) : all’ « enchainement des événements, des circonstances et des positions où se trouvent les divers homines scrive 1’ Helvétius je donne le nom de 4 hazard ’» (De Vhomme, sezione terza, capitolo I, in (Euvres, 11, 191). Peggio : uno dei primi lemmi della pedagogia dell’ autore delVEsprit è che non v’è nulla di più assurdo « que de perdre huit ou dix ans à 1’ étude d’une langue morte, qu’on oublie immédiatement après la sorde des classes, parce qu’elle n’est dans le cours de la vie de presque aucun usage » (Esprit, discorso IV, capitolo XVII, in (Euvres, I, 576). Rifrittura, come ognuno vede, d’ima massima pedagogica cartesiana, contro la quale l’umanista Vico era sceso in lizza sin dalla seconda Risposta al « Giornale de' letterati » (Opp., I, 274). 7. Boulanger. Manca ancora (ma lo promette lo ChaixRuy) un particolare studio comparativo tra la Scienza nuova e i vari libri, tutti più o meno irreligiosi, dell’altro materialista francese Nicola Antonio Boulanger da Parigi (1722-59), quali le Recherches sur Vorigine du despotisme orientai (s. 1. a., ma 1761), la dissertazione Sur Elie et Enoch et VÉsope fa-