Bibliografia Vichiana I

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FERGUSON - GIBBON

stenza ; e, tanto per questa parte quanto in tutta l’opera, preferisce di ricongiungersi col Montesquieu, del quale (nel primo capitolo della parte quarta) fa sue le osservazioni intorno all’efficacia del clima e della situazione geografica sulla vita eticopolitica delle nazioni. Ciò non ostante, chi percorresse a passo a passo 1’ opera dello scrittore scozzese, troverebbe coincidenze con quella del filosofo napoletano. Qui sarà sufficiente additarne, a titolo di saggio, le quattro messe già in rilievo dal Fisch. Nella zona temperata due volte il genere umano, nel suo corso storico, è da rozzi cominciamenti asceso al grado più alto di raffinatezza... Nessuna politica costituzione s’è formata di proposito deliberato; nessun governo è esemplato su un modello prestabilito... Le origini di ogni forma di governo sono da rinvenire nella natura umana. Dobbiamo perciò accettare col beneficio dell’ inventario i racconti tradizionali relativi agli antichi legislatori e fondatori di nazioni... Se attualmente talune nazioni prendono a prestito taluni istituti dai loro vicini, è assai probabile che codesti istituti sono proprio quelli che esse erano molto vicine a trovare da se stesse... Qualora poniamo mente al linguaggio adoperato dai selvaggi nelle grandi occasioni, tocchiamo con mano che 1’ uomo è poeta per natura. Del Fisch v. l’introduzione alla traduzione inglese dell 'Autobiografia, p. 83 ; dell’ifssay del Ferguson la terza edizione (Londra, 1768), pp. 182, 204, 280, 286. Tra i manoscritti inediti di Luigi Blanch ve n’ è uno intitolato Analisi dell’ « Istoria della società civile » del Ferguson : cfr. Nino Cortese, nell’ Archivio storico per le provinole napoletane , XLVII (1922), p. 310, n" 205. 2. Gibbon. Una timida apparizione di qualche idea vichiana sulla genesi delle XII Tavole si riscontra nel capitolo quarantesimoquarto (sesto della seconda epoca) della History of thè decline and fall of thè roman empire (1776-88) di Edoardo Gibbon (1737-94): quel capitolo nel quale l’autore dà un rapido sguardo alla storia del diritto romano dalle origini alle compilazioni giustinianee. Non che lo storico inglese, che pure cita sull’argomento due scrittori italiani —• il Gravina e Scipione Maffei abbia qualche sentore, anche lontano, della totale distruzione, con correlativa ricostruzione, compiuta dal filosofo napoletano in tutta la storia romana antica e, in modo più particolare, delle sue audaci ipotesi sulla formazione non soltanto autoctona ma altresì graduale, e quindi poligenetica, del cosiddetto codice decemvirale. Per contrario, il Gibbon, come, malgrado la sua conoscenza delle opere del De Beaufort (v. sopra pp. 239-41), mostra la fede più assoluta