Bibliografia Vichiana I

GIBBON

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nei racconti tradizionali sui re di Roma, nelle cosiddette * leges regiae », nel cosiddetto « ius papirianum », e via continuando nel lungo elenco di fatti e monumenti giuridici mostrati apocrifi dal Nostro; così, intorno alla compilazione delle XII Tavole, ritiene verità storiche tre particolari che il Vico aveva asseriti egualmente favolosi : il rifugio che Ermodoro, cacciato da Efeso, avrebbe trovato in Roma; i saggi consigli legislativi che avrebbe elargiti ai decemviri ; la statua che, per gratitudine, i romani gli avrebbero elevata nel Fòro. Tuttavia nella History è dato il giusto rilievo a queste quattro considerazioni : a) Se i romani avessero inviato ad Atene un’ ambasceria sin dai tempi di Pericle, il loro nome sarebbe divenuto familiare ai greci anche prima del regno di Alessandro Magno, e di ciò si sarebbe serbato, in monumenti e documenti ateniesi, quel ricordo che in questi, invece, manca del tutto ; b) Non è credibile che patrizi romani del quinto secolo avanti Cristo, cioè uomini quanto mai alieni da concessioni politiche di natura democratica, affrontassero un viaggio marittimo ritenuto allora lungo e pericoloso per andare a copiare proprio un modello di legislazione democratica ; c) Delle simiglianze tra la legislazione solonica e quella decemvirale talune sono mere coincidenze fortuite ; altre, norme giuridiche che natura e ragione suggeriscono a qualunque comunità; altre, infine, niente più che prove della comune derivazione dei greci e dei romani dall’Egitto o dalla Fenicia ; d) Nelle linee fondamentali il diritto pubblico e privato ateniese è non solo diverso ma opposto a quello romano, fondato appunto sulle XII Tavole. E, anche a prescindere da ciò che si dice di tutto ciò nella seconda Scienza nuova e nel particolare Ragionamento del 1731, la quarta, la terza (senza l’accenno alla comune origine della Grecia e di Roma, dal Vico, anzi, recisamente negata) e, per una parte, la seconda delle osservazioni del Gibbon avevano avuto già amplissimo sviluppo nei capitoli XXXVI e XXXVII del De constantia. Un altro punto d’incontro tra le opere vichiane e 1’ anzidetto capitolo della History è rappresentato dalla cosiddetta lex regia de imperio. Il Vico la aveva asserita, senz’altro, manipolazione tribonianea. E fantasticata, dopo la corruzione delle idee e della stessa lingua dei romani, da Ulpiano o addirittura, tre secoli dopo, dallo stesso Triboniano, la riafferma il Gibbon. che cita al riguardo il Gravina, il De Beaufort e, principali fonti di quest’ ultimo, due dissertazioni di Giovanni Federico