I Tonini storici di Rimini, стр. 22

molte volte il volere era potere. Visse pertanto fino al termine de’ suoi giorni non lunghi nella sua patria, che lui aveva in alto pregio, e di lui in più modi e uffici si era valsa, finché l’ebbe collocato nel i SS3. stabilmente alla direzione della biblioteca Gambalunga ov’era entrato da quasi un ventennio coadiutore. Nè sto a ridire quel che per essa fece, quel che le assicurò di dotti tesori, quanto tra lui e il figlio esplorarono e decifrarono giacente, né 1’ amorosa cura che ebbe de’ritrovamenti e ordinamenti archeologici. Visse procurando minori lavori, tra i quali un pio sguardo sagace potrebbe ancora eleggere cose degne della luce. Ma I’ occhio e il cuore tornavano ai quaderni ammontati della sua storia, e quando sentì la sua fine venire, ebbe amaro il rimpianto dell’ opera rimasta a mezzo e che potea in vano disperdersi , e gli parve essere il naufrago che porge ancora la mano a salvamento della più diletta sua cosa. Fu sua ventura e nostra che rimanesse dopo lui un figliuolo come Carlo. Memore questi e osservante del disegno vagheggiato e nella maggior parte eseguito e preparato dal padre, di dare a Rimini la sua storia dalle origini prime ai dì nostri, fece più che continuare e compiere l’opera paterna: e se nel lavoro perseverò tra molte avversità della vita, con gli occhi spesso molli di pianto e il petto affannoso di dolore, chi di queste cose è esperto più l’ama e l’ammira. Diè fuori prima tra 1’ 80 c 1’ 82 la storia della si-

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