L'artiglieria all'assedio di Padova nel 1509

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Frequenti le scottature delle mani e della faccia nelle improvvise accensioni della polvere; alcuni avevano il « viso da saracino » e cioè annerito dal tatuaggio. Le fortezze, morti o feriti i bombardieri, si arrendevano, nessuno più sapendo maneggiar le artiglierie. Cosi, nel maggio del 1509, nel castello di Caravaggio «si brasò tre bombardieri eran dentro per la polvere se impiò; adeo fo necessario rendersi, etiam non potendo più resistere et esser morti li bombardieri » ('). Dopo la resa si accecavano i vinti con truce barbarie. Scrive il Sanato: 18 Maggio 1509 «a do bombardieri presi a Russi li hanno tatto ciechar la luse di ochii a ciò non vcdino ». Poi, due giorni dopo, il 20 maggio: « Vene quelli do bombardieri stati in Russi, ai qual per il Duca di Urbin, poi presa la terra, to fato ciecharli di luse, che fo grandissimo peccato, et li fo dato danari per il viver loro per colegio ». Nell'agosto successivo, mentre 1’ esercito della lega faceva sul territorio Veneto « pezo che Turchi » bruciando le case, saccheggiando ed ammazzando sino i fanciulli, « a tre bombardieri fo cavato gli occhi » ( 2 ). Al Lido si esercitavano a fianco dei bombardieri i tiratori d’arco; volavan per l’aria cosi le freccie come le palle uscite dalla bocca dei cannoni; le armi nuove non facevano dimenticare le antiche. Bandivansi gare periodiche per gli arcieri, ben conoscendo che l’arte di saettar dardi con abile mano ed occhio infallibile non era, a malgrado delle armi da fuoco che già prevalevano, da disprezzarsi. Il 12 maggio 1505 fu tratto il palio dell’arco; un altro se ne doveva tirare il 24 agosto; ma nel Padovano, donde solevano venire molti tiratori, serpeggiava la peste; sicché si rimandò la gara a S, Luca (19 ottobre). A coteste prove, sebbene destinate specialmente alla gente del contado, assisteva una rappresentanza del Consiglio dei Dieci, e partecipavano i gentiluomini. La domenica 15 marzo 1506 vinse il panno scartato « Sier Lunardo Doltin di sier Zaccaria, consier, mio nipote», scrive non senza compiacenza il Sanuto ( :< ). L’anno dopo ebbe luogo la prima gara di tiro a segno con armi da fuoco portatili: «il 25 aprile 1507, giorno di San Marco, a Lio fo trato quattro palii al schiopeto, iuxta la parte presa nel conscio di X, et questo fu la prima volta ». Vi andarono i deputati secondo il consueto, e vennero molti schioppettieri di fuori; tirarono due colpi per ciascuno (‘).

(1) Sanuto, Vili, 268-449. (2) Sanuto, Vili. 282-293. (3) Sanuto, VI. 312. (4) Sanuto, VII, 55.