La critica e l'arte di Leonardo da Vinci
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L'ARTE DI LEONARDO 175
Forma senza forma. È colore senza colore. Visione cromaiica della forma, attuazione formale del colore.
Materia è il colore, se non è trasformato in effetto di luce ; materia è un marmo formato. E l’occhio attento allo spirito delle cose rifiutava ogni materia. Rinunziava l’esaltatore dell'occhio alle sue gioie supreme : un bel marmo pulito, una brillante pietra preziosa. Sempre più oltre, nel ricercare affannoso della qualità delle cose, rinunziava alle cose. Troppo gli sembravano facili le belle tinte e le solide forme. Quale sintesi se ne poteva trarre? Quale sguardo poteva essere così alto da abbracciare a un tratto l'universo nella sua unità, libera ‘da ogni particolare occasione? Nessuno. Onde l'aspirazione continua, il passaggio continuo, il moto continuo. Ma nel metter colori sulla tela, come si poteva attuare l'aspirazione dell'animo e il moto delle cose? Quale il fluido visibile che non fosse colore nè forma, ed ambedue comprendesse? Quel fluido è l’arte di Leonardo. Rappresenta il suo spirito nel continuo travaglio, unito d'amore e d'intelligenza. Dove mai sì è fermato Leonardo? non in un luogo, non in uno studio, non in una scienza. Di continuo creava: un’opera d’arte e una scoperta scientifica. E passava oltre, nè si fermava mai.
Fermare l’arte sua significò ucciderla. Chi vide il chiaroscuro di Leorardo, e lo volle per sè, non ebbe nulla, nemmeno forma, nemmeno colore. Chi volle assimilare l’espressione psicologica, riuscì solo alle smorfie. Sino a che il moto continuo vibrava, tutto era vita ed era arte. Ma ciò che veniva astratto dal suo moto, moriva. Nulla anzi era più vicino alla vita di quel moto continuo. Nulla più lontano da quel moto che l’elemento staccato.
L'arte di Leonardo non è perciò chiaroscuro : è un fluido visibile, senza colore e senza forma; e tanto per dargli un nome lo chiameremo « sfumato »..