La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

18 PARTE PRIMA

lità delle cose, della bellezza del mondo. E le vede come in un quadro, anzi in un quadro di lui, di Leonardo. Prima di tutto s'accorge della luce e dell’ombra, e solamente dopo vede il colore ; e si occupa del rilievo (corpo) delle immagini prima che dei loro contorni (figura), indi della collocazione delle immagini sul piano (sito), e della loro distanza o vicinanza, e infine del movimento o della quiete.

La bellezza del mondo diviene così la bellezza dell’arte sua, come la bellezza dell’arte si fa uguale alla bellezza del mondo.

« Mi pare uno tristo maestro quello che solo una figura fa bene. Or non vedi tu quanti e quali atti sieno solo facti da li omini? Non vedi quanti diversi animali, e così albori, erbe, fiori, varietà di siti montuosi e piani, fonti, fiumi, ciità, edifiti publici e privati, strumenti opportuni all’ uso umano, vari abiti e ornamenti e arti? Tutte queste cose appartengono d'essere di pari operazione e bontà usate da quello che tu vogli chiamare bon pittore » (1).

Predecessori e contemporanei dipingevano sopra tutto bene la figura umana e i casamenti tirati in prospettiva. Leonardo non vuole limiti al suo amore pittoresco per la natura : in tutte le cose egli vede la bellezza, anche nel moto. E la visione si allarga agli animali, alle piante, al paesaggio, persino agli « strumenti opportuni all’uso umano ». È in essi nobiltà artistica come nella figura umana; è necessaria al pittore uguale coscienza a ritrarli. Non è questo già un programma di « nature morte )) ?

La fantasia di Leonardo si concreta e si esalta quando parla di ciò che può figurar la pittura :

« Îl pittore ti mostrerà varie distanze con variamento del colore dell’aria interposta fra gli obietti e l'occhio; egli le neb-

(1) Richter, 500. Trattato, B. 70.