La critica e l'arte di Leonardo da Vinci
26 PARTE PRIMA
zurro preferiscono le ombre mezzane. E. l'incertezza di Leonardo ha un significato storico. Nessun dubbio che Paolo Uccello o Piero dei Franceschi avrebbero optato per la prima risposta; e lo stesso Leon Baitista Alberti, che pur ne vede il pericolo, riporta la convinzione comune che i colori belli sieno i colori chiari. Ma certo, Tiziano o Paolo Veronese avrebbero, richiesti, optato per la seconda risposta : ricordate gl’ indimenticabili verdi ombrati di Paolo Veronese ?
La prima risposta di Leonardo dunque è dovuta a una convinzione radicata nell’animo suo dalla tradizione della scuola cui appartenne; la seconda invece corrisponde a quel desiderio tutto suo di costituire uno stile pittorico più complesso, meno
ingenuo del disegno colorato alla fiorentina : tanto è vero che le battute della seconda risposta anelano a quel « berettino » i di cui la « suprema sua bellezza si è infra lume ed ombra », | raggiungono cioè totalmente l’arte stessa di Leonardo.
Ed ecco i passi :
è Ogni colore è più bello nella sua parte illuminata che nell’ombrosa ; e questo nasce, che il lume vivifica e dà vera notizia \ della qualità de’ colori, e l'ombra ammorza ed oscura la me-
lore; e se
desima bellezza, ed impedisce la notizia d’esso co per il contrario il nero è più bello nelle ombre che ne’ lumi, si risponde che il nero non è colore, nè anco il bianco » (I).
« Il bianco, che non vede nè lume incidente, nè alcuna È sorta di lume riflesso, è quello che prima perde nella sua ombra integralmente il suo proprio natural colore, se colore si potesse dire il bianco. Ma il nero aumenta il suo colore nelle ombre, i € lo perde nelle sue parti illuminate, e tanto più lo perde, quanto la parte illuminata è veduta da lume di maggior potenza. E il verde e l'azzurro aumentano il loro colore nelle ombre mezzane ; | ed il rosso e il giallo acquistano di colore nelle loro parti illu-
(1) Trattato, B. 203.