La critica e l'arte di Leonardo da Vinci
50 PARTE PRIMA
Nell'Evo medio ogni effetto d’arte era effeito di colore, e Teofilo (1), nel sec. XII, ne aveva chiara coscienza :
« Artis pictorum prior est factura colorum:
Post ad mixturas committat mens tua curas ».
Nel Trecento l’ interesse per il disegno e la forma rinacque, per opera principalmente di Giotto. E il Cennini (2), che è una tarda eco dell’arte di Giotto, dichiara: « El fondamento dell’arte, e di tutti questi lavorii di mano principio, è il disegno e "l colorire ». Nel secolo XII la coscienza dell’arte si limitava alla chimica dei colori; nel secolo XIV un elemento nuovo prendeva il primo posto : il disegno; e nel secolo XV, per la nuova importanza artistica assunta a Firenze dalla teoria della prospettiva lineare, e quindi dalla visione geometrica della realtà, si astrae vieppiù dal colore, sino ad escluderlo. Scrive Leon Battista Alberti: (3) « Dividesi la pittura in tre parti. Principio vedendo qualcosa; diciamo questo esser cosa quale occupa uno luogo. Qui il pittore descrivendo questo spazio dirà questo suo guidare uno orlo con linee essere circoscrizione. Appresso rimirandolo, conosciamo come più superficie del veduto corpo insieme convengano : e qui l'artefice seguendola in suoi luoghi dirà fare composizione. Ultimo, più distinto determimamo colori e qualità delle superfice, quali rappresentandoli che ogni differenzia nasce da’ lumi, proprio possiamo chiamarlo recezione de’ lumi ».
La definizione dell’Alberti è così bella, così chiara, così aderente alla pittura fiorentina del Quaîtrocento che per intendere basta ricordare qualche bel piano plastico rigorosa-
(1) Schedula diversarum artium, L. |. Praefatio. Wien, 1874, pag. 3.
(2) Il Libro dell'arte o Trattato della pittura, ed. Milanesì, Firenze, 1859, pag. 4.
(3) « Della pittura » in Opere volgari, cit.; ed Bonucci, T. IV. pag. 46.
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