Venezia e la Lega di Cambrai

minio di Venezia, quasi esclusivamente coloniale e marittimo, in seguito alle vicende della quarta crociata e ai trionfi riportati sulle repubbliche rivali, precisamente sul principio del secolo XV, si fece per essa più stringente la necessità di acquisti nella terraferma italiana. I politici veneziani compresero che, per mantenere l’impero dei mari, era pur necessario un qualche impero sulla terra, che non era possibile, per vendere in .occidente tutte le mercanzie provenienti dal levante, continuasse la metropoli a confinare con signori avidi e fieri, che disprezzavano 1’ autorità moderatrice dell' Impero quanto non l’avevano fatto mai prima i Comuni. C’ era il pericolo per i Veneziani di rimaner bloccati nelle lagune, e d’ impoverire in mezzo alle ricchezze accumulate dalle più lontane contrade. Ond 1 è che la Repubblica si gettò animosamente nei viluppi della politica italiana, e partecipando alle guerre, che seguirono dopo lo sfacelo del principato visconteo e la sua ricostituzione, riuscì a fondare definivamente il suo stato di terraferma. Eppure_ il doge Francesco Foscari, che fece definitivamente trionfare questo nuovo indirizzo deila politica veneziana, ebbe V esistenza amareggiata anche in causa dell’ opposizione di coloro, che legali alla tradizione non valutavano il mutamento dei tempi, per il quale era necessaria la nuova politica. Ma anche circa mezzo secolo dopo la morte di Fran cesco Foscari, in piena guerra della lega di Cambrai, c’ erano ancora a Venezia gli ostili allo stato di terraferma, che rimpiangevano le condizioni degli antichi Veneziani, i quali soltanto dal mare avevano ritratto la loro fortuna e la loro gloria Fra costoro è probabilmente il più autorevole Gerolamo Frinii, insigne diarista, inferiore solta’nto al Sanuto, ma che più di lui scrisse delle amare verità, tanto che riteneva opportuno che la sua opera rimanesse almeno per cento anni nascosta ed ignorata. Fgli era un patrizio d’ antica famiglia ; dapprima esercitò la mer-

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